EUGENIO OCCORSIO, la Repubblica 28/4/2010, 28 aprile 2010
CROLLA IL DISEGNO EUROPEO LA COMUNIT HA FALLITO LA PROVA PI DIFFICILE" - ROMA
«Le agenzie di rating si accaniscono contro la Grecia? Ma che coraggio! Proprio loro che hanno mandato in rovina il mondo». Jean-Paul Fitoussi, il prestigioso economista francese che oltre ad essere docente a Parigi e a Roma è stato a lungo consulente di istituzioni e banche europee, trasecola nell´ascoltare le notizie sul brutale dowgranding della Grecia. Di critiche, per la verità, ne ha parecchie anche per l´Europa: «Questa crisi rappresenta un´incredibile prova di inadeguatezza delle strutture comunitarie, l´ambizioso disegno europeo non ha retto alla prova più difficile».
Insomma, professore, la situazione si sta avvitando: chi porta le maggiori colpe? Cominciamo da Moody´s e Standard & Poor´s...
«Allora, è ormai riconosciuto che le due agenzie portano sulle loro spalle la responsabilità del collasso della finanza che è stato l´inizio e la causa di tutta la crisi. Non mi pare una responsabilità da poco, dovrebbero rintanarsi in un angolo e chiedere perdono. Non hanno saputo, o probabilmente non hanno voluto, indicare con precisione i rischi connessi con tutti questi titoli improvvisati che invadevano il mondo. Hanno ingannato tutti: i risparmiatori e anche le banche. E tutti hanno pagato carissime le loro inadempienze. Semmai c´è da chiedersi perché abbiano ancora tanto ascolto in tutto il mondo, e gli operatori continuino a credere loro».
Ora però tutti i torti forse non li hanno. Ieri S&P´s rimarcava la debolezza strutturale della Grecia, che tanto per fare un esempio può contare solo sul 25% di Pil nelle esportazioni contro il 40% delle media europea. E´ sicuro che abbiano sbagliato nel loro giudizio?
«Secondo me, sbagliano. Guardi, tutti hanno le loro debolezze. le ha la Grecia, le ha l´Irlanda, le ha perfino la Germania. Le agenzie di rating dovevano garantire almeno un po´ di speranze al governo di Atene. Ma sbaglia più di tutti, come dicevo, chi li ascolta. Purtroppo però è così. Certo, se l´Europa si fosse comportata diversamente fin dall´inizio, non saremmo finiti in questa specie di girone infernale».
Ma l´Europa, più che garantire i prestiti di salvataggio, cosa doveva fare?
«Dunque, secondo me la procedura più corretta sarebbe stata: dal primo momento della crisi greca, riaffermare il concetto che l´Europa è una. E poi prestare immediatamente i soldi a tassi agevolati».
La linea di Sarkozy?
«Sì, ma anche di tanti altri compresa l´Italia, tranne la Germania che invece ha pensato bene di cogliere l´occasione per riaffermare la sua sovranità continentale e dare a tutti una lezione da non dimenticare. L´ultima cosa da fare era di avvitarsi in questa serie infinita di consultazioni, di riunioni, di decisioni che peraltro ancora non sono operative. Perché nel frattempo la speculazione ha fatto strame della resistenza della povera Grecia, e se prenderà l´esempio di questa vicenda la stessa speculazione avrà buon gioco ad accanirsi, contro il Portogallo, contro l´Irlanda, contro qualsiasi paese. Insomma, si è perso troppo tempo, e oltretutto si sono prese le decisioni sbagliate: perché chiedere un interesse del 5 per cento sui prestiti d´emergenza? E dove sta l´emergenza? Qui i Paesi ci fanno un affare».
Però la Germania non avrebbe mai consentito regalie indiscriminate...
«Infatti non dovevano essere a tasso zero, bastava applicare quello dei bund tedeschi, diciamo il 2%. Così la signora Merkel non avrebbe dovuto giustificarsi con i suoi concittadini terrorizzati all´idea di regalare soldi ai greci. Ma dov´è la solidarietà? Dov´è l´Europa? Solo nell´ascoltare i precetti tedeschi, che sono poi quelli di una corsa infinita al ribasso dei salari solo per avere la soddisfazione di avere i conti in ordine? Ma è questa l´Europa? Se si andrà avanti così, scoppierà una rivolta popolare contro l´euro e tutto ciò che gli sta intorno»
Beh, magari se anziché andare in pensione a 51 anni anche i greci avessero partecipato un po´ a questa "corsa al ribasso" dei privilegi e dei guadagni, non ci troveremmo a questo punto...
«Macché, serve realismo. Lo sa cosa insegna questa crisi? Che l´Europa unita è un´utopia. Forse dovevamo capirlo dal tempo in cui non c´era l´euro, e dalla laboriosità delle mediazioni che hanno portato alla moneta unica. Ecco, mi sembra che siamo tornati a quell´epoca, vent´anni passati invano. E guardate che tutto questo è un vero peccato: l´Europa nel suo insieme sarebbe un meraviglioso e ricco paese, con un rapporto debito/Pil di gran lunga migliore di quello americano, o giapponese o cinese. Sederebbe alla tavola dei grandi con pieno titolo, avrebbe il posto d´onore. E invece si è ridotta ad andare a mendicare al Fondo Monetario un´integrazione all´intervento a favore di uno stato membro. Bella lezione di europeismo».