Raffaele Pisani e Mattias Mainiero, Libero 28/4/2010, 28 aprile 2010
LETTERE - CHE FINE HA FATTO LA CASALINGA?
Stiamo vivendo momenti brutti. Ma, forse, è ancora possibile recuperare qualcosa di buono. Credo sia ancora possibile ritrovare quei valori che tanto contribuirono, negli immediati anni del dopoguerra, a farci risalire la china. E il primo valore da recuperare è quello della famiglia. E poiché, al di là di ogni sentimentalismo e ogni retorica, la mamma-casalinga è stata il perno di una società che senza dubbio funzionava meglio, vorrei proporre che si eriga, in tutte le città, i paesi e i borghi d’Italia, un monumento alla casalinga.
Raffaele Pisani
E già, in illo tempore andava tutto un po’ meglio. C’erano regole non scritte che però tutti rispettavano. C’era la famiglia, attorno a cui ogni cosa ruotava, con i suoi ruoli più o meno fissi, la sua collaudata organizzazione. C’erano le mamme-casalinghe, e anche le vecchie zie e le nonne, un po’ collaboratrici familiari e un po’ baby-sitter, infermiere e badanti e chissà quante altre cose ancora. E ora stia a sentire. I dati sono ufficiali, marchio Istat. In Italia, le donne nubili tra i 30 e i 39 anni che lavorano sono l’89,7 per cento. Le coniugate sono il 78 per cento, le coniugate con figli il 56 per cento, più della metà del totale. E parliamo di lavoro vero, l’unico che compare sui moduli Istat. Poi c’è il lavoro in nero o il lavoretto o il lavoro saltuario. Poi ci sono le donne che studiano ancora, diciottenni o ventenni o anche trentenni in attesa di occupazione. Poi ancora le ultrasessantenni che forse hanno lavorato e forse no e comunque si sono ritirate a vita privata. Vuole qualche altro dato? Secondo la Commissione europea (’Rapporto 2010 sulla parità tra donne e uomini”), nell’ultimo decennio il tasso di occupazione femminile in Italia è aumentato del 7,1 per cento. Oggi lo scarto fra occupazione maschile e femminile è sceso dai 18,2 punti del 1998 a 13,7 punti. Significa, caro Pisani, che nella stragrande maggioranza dei casi oggi le donne lavorano, tant’è vero che un terzo delle famiglie italiane (sono sempre dati ufficiali) ha come principale percettore (e in alcuni casi unico percettore) proprio una donna. E significa anche, carissimo Pisani, che la casalinga di una volta non esiste quasi più. E’ una specie di Panda in via di estinzione. E dunque ha ragione lei: in ogni città e paese e borgo d’Italia, bisognerebbe erigere un monumento alle casalinghe. Un monumento alla memoria.
Mattias Mainiero