Il Sole 24 Ore, 28/4/2010, 28 aprile 2010
I CONTI DEL FEDERALISMO
LE CINQUE TAPPE PER L’ATTUAZIONE (road map dei decreti legislativi):
Entro il 21 maggio: varo definitivo del federalismo demaniale
Giugno-luglio 2010: autonomia impositiva di comuni e province
Settembre 2010: costi e fabbisogni standard
Ottobre-novembre 2010: quadro della finanza regionale
Dicembre 2010-gennaio 2011: collegamento con la riforma fiscale di Tremonti
CON IL FEDERALISMO: IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DI FABBISOGNI E COSTI STANDARD IN SANITA’ - DIFFERENZA (IN MILIONI DI EURO) RISPETTO ALLA SPESA ATTUALE
Simulazione della CORTE DEI CONTI (prende in considerazione l’aggiustamento richiesto alle singole regioni sulla base della media dell’esborso pro capite dele quattro regioni con il miglior rapporto costi/prestazioni, e cioè Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana. anche il criterio di definizione dei costi standard sul quale sembrano orientati i tecnici del governo «per fissare l’asticella della virtuosità» con il decreto previsto nel prossimo autunno)
Lombardia 156
Piemonte -231,8
Veneto -222,1
Liguria -88,8
Emilia Romagna -31,4
Toscana 97,5
Umbria 43,4
Marche 63,6
Lazio -1.636,7
Abruzzo -88,2
Molise -37,5
Campania -291,4
Puglia -21
Basilicata 18,7
Calabria -50,5
Totale -2.320
Simulazione dello studio realizzato da Giampaolo ARACHI, Vittorio MAPELLI, Alberto ZANARDI per il PD (v. anche Sole 24 Ore del 19 luglio 2009 - basata sull’applicazione di costi medi sanitari in tutte le regioni e di quantità standard di farmaci [«dosi definite die medie»] e di ricoveri ospedalieri [«tasso di ospedalizzazione programmatico di 180 per 1000 abitanti])
Lombardia -677
Piemonte -223
Veneto -362
Liguria -251
Emilia Romagna 17
Toscana 30
Umbria 4
Marche 50
Lazio -1.407
Abruzzo -149
Molise -28
Campania -929
Puglia -242
Basilicata -20
Calabria -263
Totale -4.450
Simulazione del CENTRO STUDI SINTESI (v. anche Sole 24 Ore dell’8/9/2008 - basata sul calcolo dei costi minori pro capite all’interno di gruppi di regioni omogenee dal punto di vista demografico e sulla loro distanza dalle performance ottenute dalle altre regioni del gruppo: «Il costo standard nasce per individuare gli oneri «ottimali» dei servizi e per questa via mettere al bando gli sprechi della gestione. I valori nasceranno dalla media dei costi regionali corretti tenendo conto delle dimensioni, del livello dei bisogni e così via; per tradurre in pratica questi concetti, in attesa di conoscere gli indicatori reali, le Regioni sono
state divise in gruppi omogenei dal punto di vista demografico, e sono stati analizzati i costi pro capite individuando in ogni gruppo, e per ogni funzione, le performance migliori, e misurando la distanza degli altri dal livello ottimale. Così elaborata, l’ipotesi punta sui
risultati ottimali, per cui l’asticella dei risparmi da conseguire è fissata molto in alto...»)
Lombardia -23
Piemonte -991
Veneto -274
Liguria -735
Emilia Romagna -1.529
Toscana -802
Umbria -93
Marche -283
Lazio -2.945
Abruzzo 0
Molise -24
Campania 0
Puglia 0
Basilicata 0
Calabria 628
Totale -8.328
LE TASSE SUL MATTONE
Gettito potenziale della service tax sugli immobili (tasse che dovrebbero andare ai sindaci, in milioni di euro)
Molto probabili:
Invim, 7; Irap (fabbricati non strumentali) 46; Imposta sostitutiva sui mutui, 364; Addizionale sul consumo di energia elettrica, 1.579; Tarsu e Tia, 4.200; Iva, 8.171; Ici, 9.999.
Possibili:
Imposta di successione, 333; Ires-società ed enti (fabbricati non strumentali), 547; Imposta ipotecaria catastale, 3.448; Imposta di registro, 4.732; quota Irpef sugli immobili, 8.179