Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 28 Mercoledì calendario

LETTERE

Caro drettore, da qualche tempo sia noti giornalisti (per esempio: Lucia Annunziata nel­la recente trasmissione ’L’ultima pa­rola’, Rai Due), sia uomini politici del­lo stesso schieramento berlusconia­no pronunziano l’acronimo del «Po­polo della Libertà» con l’articolo al femminile: la Pdl. Purtroppo questo errore sta prendendo sempre più pie­de tra i seguaci del presidente del Con­siglio, tanto che alcuni di loro non ac­cettano – guardando l’interlocutore con diffidenza – la dovuta correzione in: il Pdl. Inutile ribadire che il Pdl è il «popolo» (maschile) e non la «popo­lazione» (femminile) e che l’articolo non va abbinato all’ultimo termine «li­bertà ».
Claudio Villa, Vanzago (MI)

Sono problemi comuni a vari partiti «moderni», caro Villa. All’Udc (Unio­ne di centro) tocca una sorte specu­lare e opposta a quella del Pdl: è un soggetto politico «femminile» ma vie­ne accompagnata spesso – e persino dai suoi stessi esponenti – da artico­lo e aggettivi al maschile. Non è una questione chiave, ma che si ponga di­ce qualcosa di importante sull’attua­le stagione politica e sul grado di con­sapevolezza di chi la vive (o la subi­sce): a nessuno sarebbe venuto in mente di dire «il» Dc o «la» Pci. (mt)