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 2010  aprile 28 Mercoledì calendario

SPAGNA DA CHOC

La disoccupazione ha toccato il 20,05% nel primo trimestre di quest’anno». Ieri il titolo d’apertura del più seguito Tg, quello delle 15 della rete statale 1, ha ancora una volta rovinato il pranzo agli spagnoli. L’orrida notizia doveva essere servita ufficialmente dal governo venerdì prossimo, ma un errore informatico dell’Ine, l’Istat di Madrid, l’ha anticipato per pochi minuti lunedí scorso sul suo sito. Il giornale conservatore Abc non si è fatto sfuggire la chicca ed a tutta prima pagina ha sparato: «Il tasso di senza lavoro scappa al governo». Non solo: il fixing di Plaza de la Lealtad, nell’edizione serale del telegiornale delle 21 della 1, ha guastato pure la cena: la borsa di Madrid ha perso il 4,19%, la seconda caduta più brusca dell’anno.
I dati rivelati da Abc, e relativi all’inchiesta sulla popolazione attiva (Epa, Encuesta de la Poblacion Activa), sono terrificanti anche per un Paese che è da tempo la maglia nera dell’Unione europea per i parados, i disoccupati. Il numero totale di chi non sa come sbarcare il lunario è di 4.612 mila persone, 286 mila in più che alla fine del 2009, il peggiore dal 1997. Rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, il numero di disoccupati è cresciuto di 800 mila unità. In pratica, un residente su 5 che in questi primi tre mesi dell’anno ha cercato lavoro non lo ha trovato. Nel 2006, prima del crash mondiale e dello sboom edilizio (uno dei due motori, col turismo, dell’economia della Piel de Toro), il tasso dei senza lavoro era all’8,3 %. Nel 2007 e nel 2008, la percentuale è aumentata di 5 punti percentuale all’anno. Ma c’è di più: per i minori di 25 anni arriva a ben il 40,93%. Per contro, gli occupati sono scesi di 251.700 unità rispetto alla fine dello scorso anno. Attualmente, dunque, il numero di persone con un lavoro, in Spagna, è di 18.394.200, la cifra più bassa dal quarto trimestre del 2004.
«I senza lavoro hanno raggiunto il livello più alto e confido che comincino a diminuire a partire da aprile», balbettava nel pomeriggio al Senato, cercando inutilmente di smerciare fiducia, il premier socialista José Luis Rodríguez Zapatero, messo sempre più all’angolo dall’opposizione popolare di centro-destra. Ma l’incapacità del suo Esecutivo di far fronte alla situazione è ormai palese anche sui mercati. Il Tesoro spagnolo, per collocare i Bot a 3 mesi, ha pagato ieri lo 0, 54%, il 64% in più che un mese fa.
Però non c’è bisogno dell’Ine per sapere che le previsioni di Zapatero, con un Paese che è in recessione da 8 trimestri, non si avvereranno, come sostengono tutti gli organismi internazionali, a cominciare dall’Fmi (secondo cui il 2010 si chiuderà con un -0,4 del Pil). Basta girare per Madrid. Nel metro della Capitale, come nello gettonatissimo snodo di Avenida de América, la Policia Nacional, la polizia di Stato, anche se l’Esecutivo nega, dá la caccia all’immigrato. Basta avere il colore della pelle nera o mulatta, oppure tratti somatici asiatici o latino-americani, per sentirsi chiedere il Nie, la residenza.
«Migliaia di rinnovi dei permessi di residenza vengono negati per mancato pagamento dei contributi alla Previdenza Sociale o un contratto di lavoro», denuncia il sito Extranjeros Sin Papeles. La ragione? Gli extracomunitari parados, rivela un report della Fundación Cidob di Barcellona, sono un esercito: ben 1, 2 milioni. E la crisi impedisce loro di mettersi in regola. Sempre battendo le strade della Capitale, dilagano anche i cartelli con le scritte Se alquila (si affitta) o Se vende (vendesi). Persino nella centralissima e battutissima Gran Vía, dove ci sono addirittura negozi vuoti.
Il panorama, in una Spagna ove ci sono, secondo dati ufficiali del governo, 700 mila case nuove vuote, si incupisce sempre di più. Le rebajas, i saldi, fanno capolino su tutti i negozi tutti i mesi dell’anno. E nei grandi quartieri dormitorio, come a Leganés, nel sud di Madrid, chiudono persino centri commerciali ciclopici come l’M-40 perché i costruttori non possono pagare i debiti delle banche (il tasso di morosità è ormai del 5, 3%). Tanto che non solo dilagano le imprese di riscossione dei crediti come «El Cobrador del Frac», i cui impiegati vestiti da pinguino sputtanano i debitori in pubblico fino a quando pagano il dovuto, ma la crisi ha inventato anche il «Gabelliere del cellulare», che perseguita i morosi tempestandolo quotidianamente di telefonate.
Specchio dei tempi, la storia più emblematica della Disoccupatilandia di Zapatero è quella riassunta da Díaz Ferrán. Non è uno dei tanti parados che assediano gli uffici di collocamento, bensí il presidente (ancora in carica) della Ceoe, la Confindustria spagnola. Prima non pagava gli stipendi ai lavoratori della sua Air Comet (fallita con 310 milioni di euro di debiti), poi il governo gli ha commissariato l’assicuratrice Seguros Mercurio, adesso rischia il pignoramento dell’agenzia di viaggi (privatizzata) Viajes Marsans.