Giuseppe Oddo, Il Sole 24 Ore, 28/4/2010, 28 aprile 2010
Cantieri preelettorali da 220 milioni di euro- La Regione Sicilia ha stanziato 220 milioni per finanziare 1
Cantieri preelettorali da 220 milioni di euro- La Regione Sicilia ha stanziato 220 milioni per finanziare 1.750 cantieri di lavoro in 390 comuni. I cantieri potranno essere avviati in proporzione al numero degli abitanti delle singole amministrazioni comunali. Ciascuno di essi darà lavoro a venti disoccupati di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Quindi la totalità dei cantieri occuperà 35mila persone. Ma non a tempo indeterminato: per un massimo di tre-quattro mesi. Al termine dei quali i disoccupati torneranno a essere disoccupati. Sostiene l’assessore al Lavoro, Lino Leanza, esponente del movimento autonomista di Raffaele Lombardo, che questo è un modo, sia pur momentaneo, per dare sollievo alle famiglie che versano in condizioni di maggiore disagio. E infatti c’è la ressa dei comuni interessati. Il 1° marzo lo stesso Leanza ha riempito un intero teatro di Catania per un seminario informativo sui cantieri dedicato ai sindaci della Sicilia orientale. Ma c’è un motivo meno nobile per cui in fondo i cantieri non dispiacciano a nessun partito politico. Trentamila disoccupati-occupati rappresentano un potenziale bacino elettorare di almeno 100mila voti. E tra un mesetto, il 30 e il 31 maggio, diversi comuni dell’isola saranno chiamati a rinnovare i consigli. Tra questi, centri come Enna, Gela, Milazzo, Palma di Montechiaro, Ribera, Bronte, Carini, Ispica. C’è il rischio, insomma, che i cantieri diventino il pretesto per una nuova, grande infornata clientelare. Con la scusa di incentivare il lavoro e rimettere in moto l’economia si rafforza l’assistenzialismo e si lascia che proliferi l’esercito dei clientes. Questo è, in particolare, il timore degli imprenditori siciliani. La loro preoccupazione è che il governo di Palazzo dei Normanni dilapidi in opere di dubbia (non di pubblica) utilità risorse che potrebbero essere impiegate in modo molto più produttivo. Parliamo di una regione il cui valore aggiunto dell’industria, pari oggi al 10,8% del Pil, è crollato ai minimi storici, mentre il valore aggiunto della pubblica amministrazione viaggia intorno al 34%, contro il 16% delle regioni del Nord. C’è poi il problema dell’intasamento che le quintalate di carta in arrivo per posta negli uffici del dipartimento del Lavoro andranno a creare. Intasamento fisico, ma anche temporale per l’esame delle domande provenienti da tutti i comuni. Anche questo genera timori. Perché così si ridà linfa alla malapianta della burocrazia che questa giunta regionale si ripromette, a parole, di estirpare. Ma cosa sono effettivamente i cantieri di lavoro? Sono progetti che i comuni elaborano e sottopongono al vaglio della regione, per la costruzione, la sistemazione e la manutenzione di opere d’interesse pubblico e sociale. Questi progetti sono per lo più finalizzati alla sistemazione delle strade, alla manutenzione delle reti fogniarie, alla regimentazione delle acque e all’arredo urbano. Sono cantierabili, secondo la legge, solo le opere soggette a collaudo. Si va da un minimo di due cantieri per i comuni fino a 3mila abitanti a un massimo di dodici per quelli oltre i 60mila. Hanno diritto fino a dodici cantieri anche i comuni con più di 300mila abitanti. Tutti i lavori debbono essere completati entro il 31 dicembre 2010. Nessuno può però garantire che, all’atto della selezione dei progetti, la spartizione non prevalga sul merito e i comuni non siano discriminati tra "amici" e "nemici" della giunta. Né è chiaro dove recupererà il denaro la Regione. Tra i progetti di «interesse strategico» che dovranno essere finanziati con i fondi Fas 2000-2006, sono compresi 70 milioni per azioni di orientamento al lavoro, 268 per la creazione di occupazione aggiuntiva e 328 per il miglioramento dei servizi per la qualità della vita. Sono 666 milioni, di cui l’amministrazione regionale dispone per competenza, che dovrebbero arrivare a rate tra il 2011 e il 2012. da qui che sono stati prelevati i fondi per i cantieri? E come sarà speso il resto della somma? Per creare nuovo assistenzialismo? Con queste premesse la giunta Lombardo rischia di compromettere il processo riformistico avviato con la nuova legge sui rifiuti. © RIPRODUZIONE RISERVATA