Elisabetta Rosaspina, Corriere della Sera 28/04/2010, 28 aprile 2010
ADRIA’ RETROCESSO «UN COMPLOTTO ITALO-FRANCESE»
Tutta colpa dei francesi. E degli italiani. A sud dei Pirenei si rimugina sulla detronizzazione del ristorante «El Bulli» di Ferran Adrià dal vertice della classifica dei 50 migliori locali al mondo, diffusa dalla rivista britannica Restaurant. Senza mezzi termini, si sospetta una bieca congiura italo-francese, una specie di notte dei lunghi coltelli, o dei mestoli transalpini’ se si preferisce ”, coalizzati contro l’alta cucina ispanica. I quattro posti conservati dalla Spagna nella top-ten non bastano a compensare l’oltraggio di quel colpo di penna che ha cancellato il cuoco catalano dalla vetta, dopo quattro anni di incontrastato dominio, in anticipo sul suo spontaneo ritiro dai fornelli, annunciato per il 2012. Che avrà mai di innovativo la gastronomia ecologica scandinava – si scaldano i buongustai iberici ”, rispetto alla rivoluzione molecolare del conquistador di Cala Montjoi? La decisione è inspiegabile per il critico del quotidiano El Mundo che, sotto il non dubitativo titolo di «Ci hanno rubato il mondiale!», attacca la giuria: «Cominciano a distillarsi voci che indicano qualcosa di più di un logico ricambio, propiziato dall’abbandono dell’attività ristoratrice del Bulli» scrive Xavier Agulló, che ha raccolto voci anonime, ma concordi, tra gli chef convocati a Londra sull’inadeguatezza di René Redzepi, il cuoco di Copenaghen, a ereditare lo scettro dalle mani di Adrià, il suo antico maestro. Del quale vengono ricordate anche alcune profetiche asserzioni, quando le «tribune nazionali più reazionarie» mossero contro l’avanguardia gastronomica spagnola: «Mentre alcuni colleghi ci criticano – aveva detto l’ex numero uno ”, all’estero, in Francia e in Italia, si stanno fregando le mani».
(Epa) Premiato Il danese René Redzepi, chef del Noma di Copenhagen, miglior ristorante al mondo per la rivista «Restaurant Magazine»
Insomma, un complotto firmato e prevedibile. L’elevazione del ristorante danese «Noma» altro non sarebbe che la versione gourmet della «fumata bianca che proclamò la sfortunata elezione di papa Luciani. In quell’occasione’ prosegue il confronto ”, le lotte intestine nella curia portarono a un Pontefice di consenso forzato per evitare mali maggiori». Visto dalla Spagna, qualcosa di simile sarebbe accaduto nel consiglio degli 806 giurati riuniti nella prestigiosa «The World’s 50 best restaurants Academy» per stilare il verdetto. A guidare la cospirazione sarebbero stati i delegati di Parigi, spalleggiati dai colleghi italiani, per far fuori la leadership degli spagnoli. Non potendo i due paesi insediarsi al primo posto, la scelta sarebbe ricaduta sul «minore dei mali», cioè la neutrale Danimarca.
A Madrid resta la soddisfazione che nessun francese figura tra i primi dieci e soltanto un italiano, il modenese Massimo Bottura e la sua «Osteria Francescana», conservano il sesto piazzamento. Anche se Adrià «è caduto dal trono» al secondo posto, come titolava El Pais, la supremazia ispanica è confermata dai fratelli catalani Roca, con il «Celler de Can Roca», dal basco avanguardista Andoni Luis Aduriz con il «Mugaritz» e da Juan Mari Arzak, di San Sebastian.
Elisabetta Rosaspina