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 2010  aprile 28 Mercoledì calendario

LETTERE

Assente dall’Italia per una settimana per aver fatto parte della delegazione (preside, 2 professori e 15 alunni) del Liceo classico T. Gargallo di Siracusa in Bulgaria, ospiti dell’omologo Liceo Italiano Gorna Bania di Sofia, non ho potuto leggere le stampa nazionale. Rientrato domenica in tarda serata, solo adesso, sfogliando La Stampa di sabato scorso, con sconcerto ho letto su Tuttolibri l’elzeviro di Bruno Gambarotta sulla decisione della Gelmini di regionalizzare le graduatorie degli insegnanti a partire dal 2011. Sconcerto sì, ma anche amarezza e rabbia. Proprio perché reduce da un’esperienza di tangibile affetto verso l’Italia, noi italiani, la nostra lingua, la nostra cultura, e, più di tutto, dalle testimonianze di amore per Garibaldi, nume tutelare di quel Pese.
All’ingresso del Liceo Italiano spiccava un bel busto del Generale; nell’aula di storia, davanti ad un attento pubblico di alunni e professori bulgari, ho tenuto una lezione su Garibaldi; nel centro di Sofia esiste anche una piazza già a Lui intitolata e in cui a giugno sarà inaugurato un monumento all’Eroe dei Due Mondi, come ci ha assicurato l’ambasciatore italiano Stefano Benazzo, durante il ricevimento in ambasciata. In quella scuola abbiamo incontrato docenti italiani di Milano, Bari, Avellino, che lì insegnano italiano e matematica, rispettati e ospitalmente trattati, mettendo al servizio dei ragazzi e dei colleghi bulgari la loro cultura e la loro esperienza di italiani, non di lombardi, di pugliesi o di campani.
Insegnano Dante e la lingua «del bel paese là dove ”l sì sona», insegnano Manzoni che nell’ode Marzo 1821 s’auspicava «Una gente che libera tutta, / O fia serva, tra l’Alpe ed il mare; / Una d’arme, di lingua, d’altare, / Di memorie, di sangue e di cor». Insegnano Pirandello e la tragedia di un’umanità che non sa se assecondare la corda civile o dare libero sfogo alla corda pazza. Capito, ministro Gelmini?
Paolo Fai, 60 anni, professore di Latino e Greco, Solarino (SR)