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 2010  aprile 24 Sabato calendario

LE NON QUOTATE MERITANO PI RISPETTO

Qual è la differenza tra Banca popolare di Vicenza , Veneto Banca , Banca Popolare di Marostica , Banca popolare di Milano , Intesa-Sanpaolo e UniCredit ? Le prime tre sono banche popolari non quotate, la quarta è una banca popolare quotata, le ultime due sono Spa quotate in Borsa. Per i soci dei primi tre istituti la grande crisi è come se non ci fosse mai stata, visto che il valore delle loro azioni è salito anche nel 2008 e 2009.
Decisamente peggio è andato alle tre banche quotate in Borsa. La quotazione delle azioni di queste quattro banche ha accusato in pieno gli effetti della grande crisi. Ovviamente la reazione dei conti dei diversi istituti alla tempesta finanziaria del 2008/2009 non è stata omogenea. Ma le differenze negli andamenti operativi non giustificano le abissali distanze nelle performance dei titoli. Che sono dovute alla circostanza di essere quotati oppure no. N el caso delle tre Popolari non quotate, i valori delle azioni vengono aggiornati ogni anno dai consigli di amministrazione che li propongono alle rispettive assemblee, insieme al dividendo. I valori approvati sono quelli ai quali i soci si scambiano i titoli nei 12 mesi successivi. E tipicamente salgono a ogni ricorrenza annuale. Comprese le ultime due.
Il crollo dei subprime, quindi, non si è visto a Vicenza, Montebelluna, Marostica e nelle altre sedi di banche popolari non quotate. O di molte Bcc (banche di credito cooperativo). Almeno a osservare l’andamento delle rispettive azioni. Allo stesso modo, negli anni fino al 2007, i prezzi dei titoli delle popolari non quotate scontavano dei multipli sul patrimonio netto spesso inferiori a quelli "pompati" di certe quotate. La crescita regolare e decorrelata delle quotazioni rende questi investimenti particolarmente "popolari" (scusate il gioco di parole) nelle zone interessate. Chi avesse comprato azioni di Veneto Banca a fine 1997, a oggi avrebbe ottenuto un rendimento annualizzato del 10,6% nell’ipotesi di reinvestimento dei dividendi netti negli stessi titoli (ma al lordo dell’imposta sul capital gain).
Alla luce della grande crisi e del fatto che troppe istituzioni finanziarie si siano trovate contemporaneamente sull’orlo del baratro, è importante che in giro per il mondo ci siano banche che non copiano quello che fanno
Lehman Brothers , Goldman Sachs o Citigroup .
Oltre al legame con il territorio (oggi riscoperto pure dalle
global bank),
la non quotazione delle azioni di certe banche popolari e delle Bcc (e il gradimento dei nuovi soci da parte dei loro cda) è un elemento di ulteriore differenziazione. Significa che i loro titoli non sono oggetto di speculazioni e sono immunizzati rispetto alle distorsive pressioni di certe investment bank o hedge fund sulle loro strategie. però necessario che ci sia una rigida disciplina sulle procedure di valutazione dei titoli, e che queste siano consapevoli e non autoreferenziali. E occorre un severo controllo sull’eventuale sostegno delle quotazioni tramite l’utilizzo dei fondi acquisti azioni proprie iscritti nei bilanci delle banche emittenti.
Non bisogna poi dimenticare che nei momenti di gravi tensioni le banche non quotate hanno la possibilità di ricapitalizzare vendendo le loro azioni a prezzi non svalutati. Tante differenze, quindi. Occorre una seria riflessione sui mercati, soprattutto sui loro eccessi. Chi preferisce restarne al di fuori ed è ben regolato, oggi merita più rispetto di qualche anno fa.