(vi.p.), la Repubblica 24/4/2010, 24 aprile 2010
LA CRISI COSTER 59 MILIARDI ALLE BANCHE ITALIANE" - MILANO
Una previsione di crescita economica debole per il 2010 e il 2011: è questo il contesto in cui si muoveranno le banche italiane e che porterà il sistema a contabilizzare perdite su crediti per 59 miliardi di euro tra il 2009 e il 2011, cioè il 3,8% degli impieghi alla clientela a fine 2008. Un´esplosione di sofferenze, quindi, che potrebbe portare indietro le banche ai livelli record degli anni Novanta, ma cui tutto sommato il sistema dovrebbe reagire mantenendo i bilanci in utile, nella media.
Tuttavia, l´onda lunga delle difficoltà si farà sentire e infatti S&P ha adeguato i rating delle banche: tagliato quello di Intesa (e della quotanda Fideuram) insieme a quello di Mediobanca: i due istituti comunque mantengono un rating molto alto, A+, con outlook stabile; rating invariato (A) per Ubi, ma outlook negativo (prima era stabile) mentre, sempre all´interno delle banche di maggiori dimensioni, viene confermato il rating del Banco Popolare, dell´Mps e di Unicredit. Con una differenza, però, spiega Renato Panichi, responsabile del settore Banche italiane di S&P: «Abbiamo confermato il rating al Banco popolare e a Mps, ma anche tenendo conto delle aspettative di supporto sistemico, da parte dello Stato». Tornando al quadro generale «il 2010 sarà un anno ancora molto difficile e in media il sistema bancario italiano vivrà un peggioramento: non escludo che qualche istituto possa andare in perdita. Comunque, nell´ambito dei tre anni presi in esame, il 2010 dovrebbe segnare il momento più basso», spiega ancora Panichi. Rispetto agli altri paesi l´Italia dovrebbe essere in linea con l´andamento del sistema bancario tedesco (anche se questo registrerà performance molto differenziate) mentre la Francia dovrebbe fare meglio di noi, al contrario di Spagna e Irlanda, che invece ragionevolmente faranno peggio.
Di sicuro, il mondo delle banche continua ad essere in movimento. Ieri il cda di Carimonte holding, che controlla il 3,17% di Unicredit, ha deliberato la vendita dello 0,52% di azioni di Piazza Cordusio. Le due fondazioni azioniste (Carimodena e Monte di Bologna e Ravenna) scenderanno così complessivamente al 2,65% di Unicredit. La vendita, che riguarda 100 milioni di azioni per un valore di circa 214 milioni di euro, è stata decisa nella logica del «duplice obiettivo di mantenere una qualificata presenza anche attraverso Carimonte nel capitale di Unicredit e di garantire, mediante una opportuna diversificazione degli investimenti, un adeguato e stabile volume di erogazioni a favore del territorio», ha spiegato in serata una nota della Fondazione modenese (anche se secondo alcune ricostruzioni la decisione non è stata unanime). Dal canto suo Alessandro Profumo, numero uno di Unicredit, non ha voluto commentare l´orientamento a vendere.