GIANPAOLO ORMEZZANO, La Stampa 24/4/2010, pagina 46, 24 aprile 2010
MERONI A FUMETTI
Il calciatore del Torino Gigi Meroni è morto nel 1967 e sembra domani. Perché da domani c’è un libro a fumetti che ce lo propone al contrario, insomma la sua vita a ritroso, da quando venne ucciso a Torino in un incidente di strada a quando, 23 anni e rotti prima (prima? dopo, per il libro) era nato a Como. Non è Dorian Gray che ringiovanisce intanto che il suo ritratto invecchia, non è Pipino nato vecchio e morto bambino, niente di diabolico o fiabesco. Tutto sta nelle pochissime righe di introduzione: «Se Gigi Meroni fu contrario e meraviglia, contrario e meraviglia ancora una volta siano».
Il libro che va al contrario è in effetti un libro tutto meraviglioso, a parte il titolo: «Gigi Meroni il ribelle granata» non va, visto che lui non si ribella mai a niente ed a nessuno, è semplicemente se stesso, mite e trepido, più innamorato di Cristiana che del pallone, dei fiori che della fama, dei quadri che dei soldi. Va al contrario perché sì, non perché voglia creare pasticci. Lo ha scritto che sembra una poesia Marco Peroni curatore del sito ufficiale degli ultrà granata, lo ha disegnato Riccardo Cecchetti e i suoi fumetti documentanti e intanto ispirati, moderni e iperealistici, sarebbero piaciuti a Gigi, che pure era di gusti difficili.
Avendo personalmente conosciuto Giri Meroni non tanto come calciatore quanto come uomo, pittore, abitante di una modesta mansarda, persona libera, devoto di Cristiana che ricopriva di rose, giuriamo che il libro è onesto, esatto, preciso, più emozionante che commovente, e quasi scientifico nella dimostrazione della tesi lirica e onirica di un viaggio a ritroso di Gigi nella propria vita. Nel libro non c’è la risposta al perché che ci si pone ogni anno, quando si constata che la celebrazione del 24 febbraio, il giorno del 1967 in cui Gigi finì, continua a proporre l’attualità del personaggio - né genio né eroe - persino più intensa a mano a mano che il tempo si ispessisce. La risposta non c’è e non viene cercata, la rievocazione storica dei tempi di Meroni ricorda di lui cose tutte speciali, alcune belle alcune meno, ma non pretende che queste cose abbiano con lui tatuato il tempo per sempre.
Casomai da sofisti si può dire che Meroni resiste perché su di lui si scrivono cose così, o che (la meraviglia del contrario), siccome su di lui si scrivono cose così, Meroni resiste. E attenzione, non si cercano effetti speciali: il libro a fumetti non si fa etereo pur di essere poetico, non è una favola, non vuole esserlo, le vicende del calciatore granata sono molto terrene, hanno sapori e odori anche forti, casomai sono i riferimenti storici dei suoi anni ad apparire adesso un po’ aeriformi. E non si gioca di sentimentaloideria su Cristiana la ragazza del Luna Park, di splattermania sulla morte di Gigi.
Certo che dopo tanto Meroni ricordato commemorato pianto musealizzato spiaccicato in ricordi e manifestazioni, avevamo un po’ di reticenza nell’affrontare ancora un personaggio che vedemmo vivere e morire in diretta. Non riusciamo a spiegare il perché, che bello.Marco Peroni e Riccardo Cecchetti - «GIGI MERONI il ribelle granata», ed. Becco Giallo, 120 pagine, 16 euro