FRANCESCO RIGATELLI, La Stampa 24/4/2010, pagina 21, 24 aprile 2010
LA LEZIONE DI STEIGER TRA REPORTER E RETE
«Il segreto del successo per un giornale contemporaneo? Un mix di vecchi reporter di qualità che insegnino ai giovani maghi del digitale e viceversa». E’ il pensiero di Paul Steiger, rivelato ieri in un Teatro Pavone di Perugia pieno fino ai palchi, che fino a pochi minuti prima aveva ascoltato il direttore de «La Stampa» Mario Calabresi e Megan Garber della Columbia University per la presentazione del libro «L’ultima notizia» di Marco Bardazzi e Massimo Gaggi.
Ospite della quarta edizione dell’International Journalism Festival, mai come quest’anno così profetico nell’iniziativa degli organizzatori Arianna Ciccone e Chris Potter di invitare quello che poi sarebbe diventato il Pulitzer 2010, il fondatore del sito di giornalismo investigativo ProPublica ha esposto le sue idee per oltre un’ora, dedicandone poi un’altra a rispondere alle decine di ragazzi provenienti dall’Italia e dall’estero per l’evento. «Il giornalismo deve parlare a voce bassa con continuità e alzarla solo quando la comunità chiede di dar voce alla rivoluzione», ha spiegato.
Il modello da lui proposto è quello delle inchieste non profit gratis per tutti, possibile negli Stati Uniti grazie alla diffusa filantropia (ProPublica raccoglie 10 milioni di dollari) e pure in fase di lancio in Italia. Proprio Luca De Biase ieri ha presentato in collaborazione con la Provincia di Trento la fondazione Haref, dal nome del comando di programmazione html dei computer, con cui raccogliere finanziamenti per il giornalismo di qualità nostrano. «L’unico davvero in pericolo perché costa caro e invece da traghettare sul web - secondo Steiger -, ormai il luogo principale di distribuzione delle notizie».