Eugenio Bruno, Celestina Dominelli, Il Sole-24 Ore 24/4/2010;, 24 aprile 2010
POSSIBILE UN’IMBOSCATA A SETTIMANA
«Se non si troverà una qualche forma di composizione le imboscate possono scattare ogni settimana». Un finiano di strettissima osservanza la mette giù così facendo capire che il parlamento potrebbe trasformarsi in un Vietnam per la maggioranza da qui alla fine della legislatura.
I possibili terreni di frizione sono parecchi, e non tutti scontati. Perché se è prevedibile che gli uomini del presidente della Camera daranno battaglia sulla giustizia, a cominciare dal ddl intercettazioni e dal nuovo lodo Alfano, il governo e la maggioranza dovranno però fare molta attenzione anche sul pacchetto economico finanziario (manovra, ex Dpef e Finanziaria). Che sbarcherà in Parlamento a fine giugno con il decreto firmato dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, per anticipare la correzione sui conti 2011 concordata con Bruxelles. Un passaggio cruciale per l’esecutivo che avrà quindi bisogno della massima compattezza in aula e, con la minoranza finiana decisa a far sentire la propria voce, si potrebbe creare più di qualche fibrillazione.
Un primo test è comunque già dietro l’angolo.La prossima settimana, infatti, il Senato riprenderà l’esame del ddl intercettazioni. Il compromesso proposto dalla maggioranza per incassare il sì (via libera alle intercettazioni solo in presenza di gravi indizi di reato e non più di colpevolezza) è stato ben accolto dai finiani. Ma resta la stretta sulla stampa, per impedire la diffusione delle regi-strazioni telefoniche, che provoca parecchi mal di pancia tra gli uomini del presidente della Camera. Anche sul nuovo lodo Alfanoper garantire lo scudo processuale alle alte cariche dello stato, potrebbero poi non mancare le scintille. E non è un caso che il guardasigilli, Angelino Alfano, abbia sondato il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, per capire come si muoverà.
Minori invece i rischi per quella che il Carroccio considera la "madre" di tutte le riforme: il federalismo fiscale. Non fosse altro perché la legge delega la Lega l’ha portata a casa quasi un anno fa. vero che la riforma va ora at-tuata, ma i decreti legislativi li fa il governo e la commissione bicamerale che deve esaminarli ha un mero potere consultivo. Ciò significa che l’esecutivo può anche non ascoltare il parlamento spiegando le sue ragioni in una relazione. Tanto più che la pattuglia dei finiani in commissione è ridotta all’osso:un solo esponente (Mario Baldassarri) su 30 tra deputati e senatori. Fermo restando che gli uomini di Fini potrebbero decidere di concentrare gli sforzi sulle altre riforme complementari al federalismo: il codice delle autonomie, che giace dall’autunno scorso a Montecitorio, e le riforme istituzionali, su cui però la discussione in seno al governo è appena partita.
Restano, poi, alcune partite, dalla cittadinanza al testamento biologico, su cui i finiani promettono battaglia. Il ddl bipartisan sulla cittadinanza, firmato da un fedelissimo di Fini, Fabio Granata, e da Andrea Sarubbi (Pd) è stato rimandato in commissione prima delle regionali per evitare che fosse condizionato dal clima elettorale. Ora la conferenza dei capigruppo dovrà deciderne la calendarizzazione, ma il diverso clima politico potrebbe trasformare anche questo tassello in nuovo scontro dentro il Pdl. Stesso destino potrebbe investire l’iter parlamentare del testamento biologico, attualmente in commissioni affari sociali, che tornerà in aula alla camera a inizio giugno. Il presidente della camera, Gianfranco Fini, non ha fatto mistero di non gradire il testo votato dal senato, che vieta di sospendere la nutrizione forzata ai pazienti in stato vegetativo, e le frizioni che agitano il partito del premier potrebbero complicare il tentativo di alcuni finiani di far passare una soluzione più soft per le cure di fine vita.
Senza contare gli ultimissimi sviluppi: gli emendamenti targati Lega al Dl incentivi (come il test di lingua italiana per i commercianti extracomunitari) e il decreto approvato ieri in Cdm per rinviare le demolizioni delle costruzioni abusive in Campania. Due tasselli su cui gli uomini del presidente della Camera si faranno certo sentire.