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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

TRAPIANTO TOTALE DI VISO «ORA E’ UN ALTRO UOMO»

Non avrà più il suo viso, ma non avrà neppure i lineamenti di un altro. Il primo trapianto totale del volto ha creato e creerà anche non pochi problemi psicologici al giovane uomo che, da qualche giorno, vede riflesso nello specchio uno sconosciuto. Ma non c’ era scelta: il ragazzo, vittima cinque anni fa di un devastante incidente, aveva subito deformazioni facciali così gravi da impedirgli di respirare con naso e bocca e da rendergli complicato anche deglutire e parlare. Nove, successivi e dolorosi interventi chirurgici non erano riusciti a ripristinare le funzioni basiche e il giovane era diventato il candidato perfetto per un altro intervento pioniere, rischioso ma inevitabile: il trapianto integrale della faccia, compresi i muscoli, la pelle, gli zigomi, il naso, la mascella e la mandibola, i denti. Tutto proveniente dallo stesso anonimo donatore. La decina di operazioni analoghe eseguite finora nel mondo erano state solamente parziali. Il nuovo primato spetta all’ ospedale universitario Vall d’ Hebron di Barcellona, dove un’ équipe di 30 specialisti, guidati dal capo della divisione di Chirurgia Plastica e Ustionati, Joan Pere Barret, ha lavorato 24 ore in sala operatoria per restituire una faccia funzionante, per quanto estranea, al paziente. Ora i chirurghi sono ottimisti: entro poche settimane il ragazzo ricomincerà a parlare, a mangiare e «perfino a sorridere e a ridere». Ma è ancora presto per esultare: lo attendono almeno altri due mesi di ospedale, una faticosa riabilitazione e il non meno lieve impegno di familiarizzare con le sue nuove sembianze. I medici, che ieri hanno presentato con orgoglio il risultato della loro opera, assicurano che «il paziente non ha assunto la fisionomia del donatore». La «maschera» che hanno trasferito su un altro teschio sembra essersi ben integrata, ma senza poter replicare le fattezze originali del ricevente. Gli assomiglia, stando ai familiari, che seguono con apprensione la lenta ripresa. Prima che gli fosse mostrato l’ esito del trapianto, il giovane è stato preparato da una squadra di psicologi che già prima dell’ intervento avevano valutato le sue capacità di adattarsi a un cambio tanto profondo del suo aspetto originale. «Si è guardato allo specchio, quando è stato giudicato pronto per farlo e lui stesso se l’ è sentita; ha reagito bene ed è rimasto tranquillo e soddisfatto» ha riferito il dottor Barret, secondo il quale il paziente potrà riprendere una vita normale nel giro di sei mesi. Come quella precedente il disastro. Dal punto di vista clinico, il primo trapianto totale di faccia è giudicato un pieno successo: circa un mese fa, l’ équipe del Vall d’ Hebron si è preparata all’ impresa, ipotecata da un alto rischio di rigetto, se il ripristino della vascolarizzazione non fosse riuscito perfettamente. Per un giorno e una notte, i chirurghi hanno lavorato senza interruzione, sostituendo tutte le strutture deformate: mascella, mandibola, naso, zigomi, muscoli e nervi, per concludere con i punti di sutura della pelle. Fino al momento della loro nuova collocazione, i tessuti prelevati dal donatore erano stati conservati in liquidi identici a quelli utilizzati per i normali trapianti di organi. Soltanto quando hanno constatato la completa ripresa della circolazione nei vasi sanguigni, i chirurghi hanno cominciato a rilassarsi. Ora riferiscono che le sole cicatrici visibili sono sulla fronte e sul collo. Ma aggiungono che con il tempo si attenueranno e saranno facilmente dissimulabili.
Elisabetta Rosaspina