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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

UN DURO SCONTRO NEL COMITATO PER L’UNITA’ D’ITALIA

Le dimissioni di Carlo Azeglio Ciampi dalla presidenza del Comitato dei garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, al di là delle intenzioni dell’interessato, hanno prodotto l’effetto immediato di creare una spaccatura tra i membri dello stesso comitato. Una parte di loro, su sollecitazione di Alberto Melloni, ha in pratica rivolto un appello al governo perché cerchi di indurre Ciampi a ripensarci, in nome della continuità. D’altra parte però c’è chi ritiene che l’impegno dei garanti non abbia più molto senso e che l’unica via percorribile sia separare le proprie responsabilità, sottoscrivendo una lettera collettiva di dimissioni. Il motivo? L’attività del comitato sarebbe ridotta quasi a nulla «a causa della mancanza di iniziativa da parte del governo».
Benché l’interessato non si proponesse certo un simile risultato, ed anzi abbia fatto di tutto per evitarlo, le dimissioni di Carlo Azeglio Ciampi dalla presidenza del comitato dei garanti per le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia (1861-2011) rischiano di avere conseguenze gravi. Di certo hanno prodotto l’effetto immediato di suscitare una divergenza tra i membri del comitato stesso.
La questione ha anche risvolti politici, come si è visto ieri durante la direzione del Pdl, quando il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è mostrato perplesso circa il modo in cui il Popolo della libertà si sta avvicinando ai 150 anni dell’Unità d’Italia e il capo del governo, Silvio Berlusconi, gli ha replicato con foga e fermezza, riaffermando il pieno impegno suo personale e del governo per una buona riuscita delle celebrazioni. Poi si è aperta la questione relativa al futuro del comitato.
Una parte dei membri, su sollecitazione di Alberto Melloni (vedi l’articolo qui accanto), ha manifestato l’intenzione di fare presente al governo che la presidenza Ciampi «costituisce un valore inestimabile» e che le celebrazioni hanno bisogno «di svilupparsi nel massimo di continuità». In pratica un appello al potere esecutivo perché cerchi di indurre Ciampi a ripensarci e a non privare della sua indiscussa autorevolezza il comitato, proprio nel momento in cui le manifestazioni in programma «stanno iniziando ad assumere una loro fisionomia».
Dall’altra parte però c’è chi ritiene che l’impegno dei garanti non abbia più molto senso e che l’unica via percorribile sia separare le proprie responsabilità. Infatti è trapelata la notizia di una lettera di dimissioni scritta dal vicepresidente del comitato, Gustavo Zagrebelsky, e firmata anche da altri membri: Dacia Maraini, Ugo Gregoretti, Marta Boneschi, Ludina Barzini. «Finora non c’è stato nessun atto formale’ tiene a precisare Zagrebelsky – ma senza dubbio si era da tempo creata nel comitato una situazione di forte disagio, che l’abbandono di Ciampi ha inevitabilmente accentuato».
L’esistenza della lettera è comunque un dato di fatto che il «Corriere» ha potuto riscontrare. Vi si legge che l’attività del comitato «è stata ridotta al quasi-nulla, a causa della mancanza d’iniziativa da parte del governo» e che «le proposte avanzate da numerosi enti, per ottenere il sostegno del governo, sono state tutte azzerate». Concetti su cui insiste Dacia Maraini, confermando le sue dimissioni: «Il comitato è stato svuotato dall’interno e tutte le idee di cui si era parlato sono state messe da parte, accampando la mancanza di fondi. Di fatto non contavamo più niente, ci eravamo ridotti a una foglia di fico, mentre si cercava di far passare sul Risorgimento una lettura "revisionista" in linea con l’ideologia della Lega». Assai critica anche un’altra dimissionaria, Ludina Barzini: «Sin dall’inizio abbiamo faticato a dialogare con il governo, che ha sempre evitato di dare risposte chiare alle nostre richieste. Ciampi si è prodigato per mandare avanti i lavori del comitato, senza risparmiare le energie nonostante l’età avanzata. Ma con il suo abbandono viene meno ogni garanzia e restano solo le incognite».
Va precisato che indicazioni raccolte negli ambienti che lavorano alle celebrazioni smentiscono lo stato di paralisi denunciato dai dimissionari. Nonostante l’incerta situazione giuridica dovuta alla mancanza di un’apposita legge speciale, si fa notare, le iniziative riguardanti le «Grandi mostre» e i «Luoghi della memoria» (dallo scoglio di Quarto a Porta San Pancrazio, fulcro della difesa di Roma nel 1849, dall’isola di Caprera al monumento ai fratelli Bandiera in Calabria) stanno procedendo. Quanto alle risorse, la presidenza del Consiglio ha stanziato 15 milioni di euro e altri 20 verranno dai fondi della società Arcus, controllata dal ministero dei Beni culturali.
Resta scettico il membro del comitato che pose per primo il problema mesi fa sul «Corriere», Ernesto Galli della Loggia: «I nostri compiti non sono mai stati chiari. I comitati che funzionano davvero sono quelli con quattro o cinque componenti, mentre noi siamo addirittura trenta. Anche se sono convinto che le dimissioni di Ciampi siano dovute a motivi di salute e non abbiano alcun sottofondo politico, la mia impressione è che il governo non dia grande importanza al centocinquantenario dell’Unità d’Italia».
Poiché però Berlusconi assicura che non è affatto così, può darsi che si vada all’attribuzione di tutte le responsabilità delle celebrazioni a una sorta di commissario scelto dentro il governo. Secondo alcune indiscrezioni, la principale candidata sarebbe Daniela Santanchè, sottosegretaria di fresca nomina all’Attuazione del programma. Quanto al successore di Ciampi, i nomi che circolano sono sempre gli stessi: l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Conso, il presidente dei Lincei Lamberto Maffei, oppure l’ex capo del governo Giuliano Amato.
Antonio Carioti

IL COMITATO DEI GARANTI:
Carlo Azeglio Ciampi – Presidente
Elena Aga Rossi – Storica
Ettore Albertoni – Politologo
Walter Barberis – Storico
Ludina Barzini – Giornalista
Vittorio Bo – Imprenditore culturale
Roberto Bolle – Ballerino
Marta Boneschi – Giornalista
Simona Colarizi – Storica
Pierluigi Ciocca – Economista
Pietrangelo Buttafuoco – Giornalista
Giovanni Conso – Giurista
Piero Craveri – Storico
Pasquale de Lise – Magistrato
Valeria Della Valle – Italianista
Gustavo Zagrebelsky – Giurista
Giovanni Allevi – Musicista
Ernesto Galli della Loggia – Storico
Andrea Giardina – Storico
Louis Godart – Archeologo
Ugo Gregoretti – Regista
Dacia Maraini – Scrittrice
Francesco Margiotta Broglio – Giurista
Alberto Melloni – Storico
Lorenzo Ornaghi – Politologo
Francesco Perfetti – Storico
Roberto Pertici – Storico
Gianfelice Rocca – Imprenditore
Giuseppe Talamo – Storico
Giovanni Tassani – Storico
Marcello Veneziani – Giornalista