ALESSANDRA RETICO, la Repubblica 23/4/2010, 23 aprile 2010
LA BICI FORMATO TASCABILE
flessibile la felicità, due ruote che si slacciano, la velocità formato tascabile. La bici che piace adesso è pieghevole, riducibile, trasportabile. Ci sali su e ti porta, scendi e la porti tu. Vicendevole libertà. Bastano pochi secondi e le mosse giuste, le mani adatte sui punti chiave per ridurla a una sacca, uno zaino, un poco ingombrante compagno di viaggio. A Londra la cavalcano i colletti bianchi per andare in ufficio, giacca-cravatta-gambe, la chiudono in pochi secondi e la imbarcano sulla metro, sul treno, sul bus. E poi su fino alla scrivania, vicina vicina non dà fastidio mai. Tra le più celebri è la Brompton, "il coltellino svizzero" delle bici l´hanno soprannominata, quest´anno ha vinto il premio più ambito dagli inglesi, quello della Regina (Queen´s Awards for Enterprise). Appena dieci secondi per piegare i 1200 elementi di cui è composta, diventa molto compatta (56,5 x 54,5 x 27 cm) e leggera: dai 9 ai 12,5 kg. In alcuni modelli il manubrio si usa come quello di un trolley, ma a differenza di questo altro che peso morto.
Un Rinascimento. In Gran Bretagna, spiegava qualche giorno fa il Financial Times, è quello che sta accadendo alle due ruote come mezzo di trasporto. E a dispetto della crisi. Una Brompton costa tra gli 800 e i 1400 euro, dunque non proprio economica, eppure la casa londinese, nata nei ”70 dall´idea di Andrew Ritchie, lo scorso anno ha prodotto 25mila pezzi e aumentato le vendite del 26 per cento. Le hanno comprate molte donne, il 40 per cento dei clienti ormai, e i giovani adulti: averla è very trendy. E fa risparmiare in benzina, tempo, palestra. Maneggevole diversità. Le pieghevoli sono un´estensione di sé: pedalate morbide, telai in materiali ultratecnologici, ruote piccole, design moderno. Il passo che regalano ai muscoli è lungo, le marce sono gentili con le pendenze e affidabili nel traffico. La Brompton ha generato una famiglia sociale, quella dei Bromptoniani. Filosofi esteti del ciclismo urbano. Siamo ben oltre la vecchia cara Graziella che quando la ditta Carnielli di Vittorio Veneto l´inventò, nel ´64, era «la Rolls Royce di Brigitte Bardot», come recitava la réclame.
Adesso è un mondo sofisticato, la bici ha molte scuole, molti pensatori, e anche l´Italia è in sella (2 milioni di esemplari di tutti i tipi venduti ogni anno), e anche la pieghevole va. Molte le marche specializzate: Bh, Giant, Koga-Miyata, Mobiky, Strida. Un´altra regina del genere è la californiana Dahon, che da noi vende fino a 2500 pezzi l´anno, crescite del 25-30 per cento ogni dodici mesi. Bici urbane, Mtb, per chi fa tanti chilomentri su strada, da barca, sono diffuse ormai in 30 Paesi. Si piega in 15 secondi, il peso va dagli 8 chili fino a 12 circa. Telai in alluminio, carica batterie da telefonino, il porta iphone. Da 200 a 2500 euro. «Vanno così bene che abbiamo deciso di aprire il primo negozio monomarca in Italia» spiega Tiziana Barbavara, rappresentante italiana dell´azienda. A Milano (via Paolo Frisi), The bicycle shop sarà non il solito rivenditore, ma uno spazio che conterrà un´intera filosofia di vita attorno alle due ruote. «Si è diffusa anche da noi una coscienza ecologica e una ciclo-cultura che mette al centro il benessere personale e urbano, il risparmio e la salute».
talmente così, che il 9 maggio avremo la nostra prima Giornata nazionale della bicicletta, voluta dal ministero dell´Ambiente in collaborazione con Anci e Anma, per promuovere l´ecocompatibilità contro la frenesia metropolitana. Associazioni di categoria, cicloamatori, aziende di trasporti, e comuni pedaleranno. Pubblicità anche su Facebook: «La bici mobilita l´uomo». Molto anche la donna che, come si sa, è mobile.