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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

[2 articoli] NEI SOTTERRANEI DEL COLOSSEO VIAGGIO AL CENTRO DELLA STORIA- Neanche Dante avrebbe saputo immaginarli più cupi

[2 articoli] NEI SOTTERRANEI DEL COLOSSEO VIAGGIO AL CENTRO DELLA STORIA- Neanche Dante avrebbe saputo immaginarli più cupi. Umidi e maleodoranti. Illuminati a stento dalle torce e pullulanti di gente che corre e si urta, di belve eccitate, di condannati a morte, di gladiatori pronti allo scontro. I sotterranei del Colosseo, massimo anfiteatro dell’antichità, erano l’anticamera dei cruenti circenses che la Roma dei Flavi offriva al suo popolo. Negli ipogei veniva montato, in ogni dettaglio, lo spettacolo pieno di uomini, animali ed effetti speciali sul quale, di lì a poco, l’imperatore avrebbe poggiato lo sguardo. Poco noti quasi a tutti già nell’antichità, gli ipogei sono rimasti ”sconosciuti” per lunghi secoli. Il Colosseo, infatti, è prima scomparso dallo skyline della città, nascosto da tonnellate di terra alla fine del VI secolo d.C, poi, una volta riemerso, è diventato oggetto di studio per gli archeologi di Otto e Novecento. Infine, come emblema assoluto della romanità, è stato glorificato dalla cinematografia mondiale, Hollywood in testa. A luglio gli ipogei, dopo lunghe sessioni di scavo, saranno restituiti ai visitatori. Che potranno però addentrarsi soltanto in un terzo del reticolo dei cunicoli estesi sotto il piano dell’arena. E saranno ammessi esclusivamente gruppi di visitatori a numero chiuso, accompagnati da una guida. L’apertura del sito dovrebbe comunque essere definitiva. E per la prima volta si potrà provare l’emozione di accedere a un luogo che, a parte gli addetti ai lavori, raramente restituiva corpi di persone vive. «L’ingresso dovrebbe coincidere con il passaggio che nell’antichità era percorso dal ”corteo della pompa” - spiega la direttrice del Colosseo, Rossella Rea, cicerone d’eccezione per questa visita in anteprima - quello che, preceduto dai littori e seguito dai musicisti, permetteva ai gladiatori di rendere omaggio all’imperatore prima dell’inizio dei giochi». Dall’ingresso, situato sul lato diametralmente opposto all’attuale biglietteria, un ascensore a vetri permetterà la ”discesa agli inferi”. «Circa sei metri di profondità e differenti livelli - aggiunge la Rea - il primo era quello dedicato al passaggio dei gladiatori, dei cacciatori e degli animali che da li a poco si sarebbero scontrati nell’arena. Si possono ancora vedere gli alloggiamenti dei montacarichi nelle gallerie laterali. Gli altri livelli servivano per la movimentazione dei materiali per i giochi. Infine, il più basso permetteva l’entrata delle barche in occasione delle ”Naumachie”, le battaglie navali che si sono certamente combattute fino al tempo di Domiziano. Ce confermano i resti di pilastri in legno individuati sotto il piano dell’attuale arena, atti a sorreggere una struttura lignea rimovibile per trasformare l’invaso del Colosseo in un bacino da riempire d’acqua». Grazie ai 500mila euro disposti dal commissario speciale per l’area archeologica, Roberto Cecchi, da gennaio si sta procedendo al restauro e alla messa in sicurezza della porzione di sotterranei che sarà aperta fra due mesi. «Arrivati al piano più basso i visitatori procederanno lungo il corridoio centrale sormontato da piattabande di travertino, e arriveranno fin quasi al centro dell’arena, nel cuore degli ipogei». Si ritroveranno, a quel punto, completamente circondati dalla cavea che gira tutt’intorno. Un gran colpo d’occhio. «Per far tornare bianchi i blocchi di travertino si è usata acqua nebulizzata. Per le incrostazioni impacchi di carbonato d’ammonio in polpa di carta». Ogni particolare è stato studiato e conservato, come il complesso meccanismo che serviva a far defluire le acque dal centro dell’arena verso l’esterno. «Non solo le acque, ma anche il sangue delle belve uccise e quello dei condannati alla ”damnatio ad bestias”, cioè ad essere sbranati dai leoni. Nei 120 giorni di festeggiamenti organizzati da Traiano per la conquista della Dacia furono uccisi 16 mila animali feroci. Ogni cosa doveva essere spettacolare. Per questo i sotterranei erano organizzati in maniera capillare e perfetta». Ora la sfida di Rossella Rea è, ovviamente, l’apertura al pubblico dell’intera area. «Gli ipogei sono stati già approfonditamente studiati, in collaborazione con l’Istituto Germanico, a metà degli anni ”90. L’apertura totale è possibile. Occorre solo il finanziamento». Maria Grazia Filippi, Il Messaggero 23/4/2010 MINICAR, NUOVO ALLARME A ROMA: BIMBO INVESTITO SUL MARCIAPIEDE- La minicar rosa sbanda per la velocità, scavalca il marciapiede e travolge un bambino di 5 anni a passeggio con la zia. E riesplode la polemica sulle macchinine, troppo pericolose, accusano le associazioni di genitori e consumatori, servono delle norme più severe. Una decina di giorni fa due ragazzini sono morti a Roma alla guida delle piccole vetture, (Jacopo Fanfani, 17 anni, sull’Olimpica, e Federica Lupi, di 15, all’Olgiata). Ora il bambino travolto da un sedicenne spericolato che viaggiava con amico a fianco, cosa che la legge proibisce, aveva probabilmente modificato il motore per andare più veloce e non era nemmeno assicurato. E’ accaduto di nuovo a Roma, poco dopo le 18 di mercoledì sera, in via Ortona dei Marsi, a Massa San Giuliano, periferia est. Ekelma, che appartiene a una famiglia di sinti italiani, non è riuscito a tenere il controllo della microcar, dopo l’impatto con i due pedoni la vettura si è ribaltata più volte. Il bambino è stato ricoverato all’ospedale Sandro Pertini, ha riportato solo delle contusioni e guarirà in dieci giorni. Lo stesso la zia, in ospedale con il bimbo. Ekelma è stato multato per guida pericolosa, la macchinetta semidistrutta è stata sequestrata perché senza assicurazione. E dire che nei giorni scorsi a Roma, dopo la catena di incidenti mortali, i vigili urbani avevano fatto controlli a tappeto, oltre 200 piccole vetture fermate, davanti ai licei, vicino ai bar, nelle piazze e nei posti di ritrovo dei ragazzi. Risultato della ”retata”: 38 automobiline sequestrate e i ringraziamenti dei genitori, una volta tanto alleati delle forze dell’ordine. L’amministrazione comunale assicura che non abbasserà la guardia con controlli sulle strade, ma anche con corsi di formazione per ragazzi. Altro non si può fare in attesa del nuovo Codice della Strada che prevede norme più severe per le minicar. Il testo entro la prossima settimana sarà licenziato dalla Commissione Trasporti del Senato, assicura il senatore Angelo Maria Cicolani, relatore del disegno di legge sulla sicurezza stradale. «Il 4 maggio ne discuteremo in Aula», spiega. Poi il testo tornerà alla Camera, «ma prima dell’estate la nuova legge sarà approvata», è convinto il senatore. Per le minicar è previsto un serio giro di vite: sarà obbligatorio indossare le cinture, non si potranno mettere al volante delle macchinette tutti quelli a cui è stata sospesa o ritirata la patente, chi trucca il motore rischia sanzioni fino a quattromila euro. Nulla è stato ancora deciso sull’introduzione di una prova pratica per i conducenti, «ne discuteremo all’inizio della prossima settimana. Ma la direttiva comunitaria prevede comunque, a partire dal gennaio del 2010, questo tipo di prova». Niente da fare invece, almeno per il momento, per il limite di età che in tanti chiedono sia innalzato dai 14 ai 16 anni. «La minicar è considerata in tutta Europa alla stregua di un motorino, il problema va quindi posto a livello comunitario. E lo faremo». L’onorevole Gabriella Carlucci, dando voce alle associazioni dei consumatori e dei genitori, ha presentato una proposta di legge che prevede i 16 anni e la patente per la guida delle minicar e multe salatissime per chi le rende più veloci. Già in Commissione Trasporti alla Camera era stata introdotta una sanzione di 4mila euro per chi trucca i motori delle minicar. Perché questo è il vero problema: automobiline costruite per viaggiare a 40 chilometri orari con semplicissime modifiche possono raggiungere gli 80, i 100 diventando così ”mine vaganti” sulle strade delle città, Roma in particolare con il record di vetturine in circolazione, circa cinquemila, e anche del numero di incidenti provocati dalle macchinette (133 nel 2008). «Serve prima di tutto un giro di vite contro le officine compiacenti che, dietro pagamento, tolgono i diaframmi alterando la velocità delle minicar», sostiene Carlo Rienzi, presidente del Codacons. «Se verrà accertato che la vettura protagonista dell’incidente a Roma ha subito modifiche al motore per aumentarne la velocità, allora il meccanico responsabile delle alterazioni dovrà essere indagato, oltre che per i reati legati al Codice della Strada, anche per concorso in lesioni gravi o gravissime», aggiunge Rienzi. C’è chi chiede anche l’intervento dei costruttori. «Sarebbe auspicabile obbligare le aziende costruttrici a sigillare il motore in modo da scoraggiare eventuali modifiche», sollecita Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio Sociale. Maria Lombardi, Il Messaggero 23/4/2010