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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

Il dolore era la vera arma per penetrare nel cuore degli altri: uno strumento al quale nessuno era pari

Il dolore era la vera arma per penetrare nel cuore degli altri: uno strumento al quale nessuno era pari. Aveva letto Schopenhauer, e come lui pensava che l’amore puro fosse ”per essenza pietà”. E pietà, compassione era anche l’amicizia. Lui non credeva che l’amicizia fosse un ”voluttà spirituale e casta”, come scrisse una volta a Vaudoyer: l’amicizia dei filosofi e di Cicerone. Non era nulla di così limitato e misurato: ma sofferenza, rinuncia, sacrificio, perdita di sé, immolazione dostoevskijana. Ebbe la rivelazione di cosa fosse per lui l’amicizia, quando ascoltò il Parsifal di Wagner. Giunse alla scena nella quale Kundry bacia Parsifal. In quel momento Parsifal ha un gesto di spavento: preme il cuore con le mani: baciando Kundry, ha rinnovato in sé il bacio di Amfortas, la sua passione, la sua colpa, la sua piaga, che ora sanguina terribilmente nel proprio cuore. Egli è diventato Amfortas, con un’identificazione assoluta, perché la sua sola scienza è: Durch Mitleid wissend, ”Sapere attraverso la compassione”. L’illuminazione di Parsifal colpì profondamente Proust, tanto che la paragonò, in una nota della Recherche, all’illuminazione che rivelava al suo eroe, nella biblioteca dei Guermantes, l’essenza della memoria, del tempo e dell’eternità. La *colomba pugnalata : Proust e la Recherche / Pietro Citati- Milano : A. Mondadori, 1998- 417 p.