Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 23 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRUSCA, ENZO

SALVATORE"

ARAGONA Salvatore 2009 - 24 dicembre 1962. Pentito, a suo tempo mafioso. Arrestato il 24 giugno 2003 • Medico chirurgo, subisce la prima condanna (definitiva nel 2002) per aver fornito un alibi falso a Enzo Brusca (vedi scheda), che negli anni Novanta aveva ucciso un uomo d’onore trapanese inviso ai corleonesi: Aragona gli praticò un’incisione all’inguine, subito suturata, e modificò le sue cartelle cliniche per farlo apparire ricoverato il giorno del delitto all’ospedale
Fonte: Catalogo dei viventi 2009
*
SABELLA Alfonso Bivona (Agrigento) 21 novembre 1962. Magistrato. Dall’aprile 2005 giudice penale presso il Tribunale di Roma • «[...] Magistrato dal 1989, è un cane sciolto, mai iscritto ad alcuna corrente della corporazione togata. Prima fa il pm a Termini Imerese, poi dal 1993 alla Procura antimafia di Palermo diretta da Gian Carlo Caselli. Si specializza nella cattura dei latitanti: insieme alle forze dell’ordine, soprattutto alla Polizia di Stato e alla Dia, ha acciuffato Leoluca Bagarella, Giovanni ed Enzo Brusca
Fonti: varie (Massimo Parrini)
*
[MONTICCIOLO, Giuseppe] (…) Tra gli amici d’infanzia Enzo Brusca (…)
Fonti: varie (Massimo Parrini)
*
[Vincenzo Chiodo] Esegue personalmente il suo primo (e ultimo) omicidio strangolando Giuseppe Di Matteo, di anni 15, addì 11 gennaio 1996. Chiodo (insiemea Giuseppe Monticciolo e Vincenzo Brusca), custodiva
il ragazzino in un bunker progettato dal Monticciolo, scavato sottoterra in una casa di campagna
a Giambascio, vicino a San Giuseppe Jato (…)
Fonti: varie (M.P.)
*
Fratelli. Enzo Brusca, per sottostare agli ordini del fratello Giovanni (che aveva fatto falsificare una cartella clinica per creargli l’alibi per un omicidio), nel suo casolare si sottopose all’incisione dell’inguine per provocare cicatrici compatibili con l’intervento documentato (il tutto con blanda anestesia locale), ma finì che il medico, Salvatore Aragona, provocò per errore una lesione a un nervo e dolori indicibili. Affetto da intolleranza alimentare ai crostacei, quella Pasquetta che sotto lo sguardo minatorio di Giovanni dovette mangiarne venti per accontentare Leoluca Bagarella, che andandone matto ne aveva ordinato due casse.

Modelli. «Se non fosse stato figlio di Bernardo Brusca, se non avesse avuto quali modelli di vita il fratello Giovanni o gente come Salvo Madonia e Giuseppe Graviano, se non avesse passato le domeniche a giocare in una casa di campagna con i figli di Raffaele Ganci, mentre suo padre e il boss della Noce arrostivano cadaveri sul retro…, forse [Enzo Brusca] non avrebbe mai nemmeno saputo cosa era la mafia».
Fonte: Alfonso Sabella, Cacciatore di mafiosi, Mondadori 2008