La Stampa 22/4/2010, p. 38, 22 aprile 2010
LETTERA
Scuola, né Gelmini né Rossi-Doria
Pur non condividendo lo spirito delle graduatorie regionali proposte dal ministro Gelmini non condivido nemmeno le ragioni di Marco Rossi-Doria secondo le quali si dovrebbero mantenere i trasferimenti degli insegnanti sul territorio nazionale per le seguenti ragioni: il «diritto» di essere trasferiti è in realtà un privilegio, visto che un operaio o un impiegato nel settore privato non possono fare lo stesso. Come Rossi-Doria ben sa, non basta una domanda di un insegnante italiano, benché abilitato in Inghilterra, per andare a insegnare a Leeds. L’insegnante dovrà sottoporsi a un colloquio di lavoro ferma restando la disponibilità del posto. Da quel lavoro poi non potrà essere trasferito a Oxford se non attraverso un altro colloquio.
Ben venga invece il principio di incentivare gli spostamenti degli insegnanti nelle zone «difficili». Ricordo però a Rossi-Doria che il principio secondo il quale si dovrebbe pagare di più un insegnante a Palermo (secondo me giustamente) che non quello di Mantova o Aosta, è l’esatto contrario delle «gabbie salariali» leghiste, ma non per questo più accettabile da parte di lavoratori e sindacati.
Ultima considerazione, se vogliamo riformare la scuola bisognerà fare in modo che gli istituti possano scegliere il personale docente a seconda delle necessità della scuola e non, paracadutato da chissà dove, personale di cui non si conosce l’esperienza professionale. Come succede in tutta l’Europa, purtroppo non unita in questa materia.
ALBERTO GRAZZI MANTOVA