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 2010  aprile 23 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRASCHI

NICOLETTA"

Benigni, secondo indiscrezioni, sarà Pinocchio, la compagna Nicoletta Braschi la Fata dai capelli turchini. (la Repubblica del 5 e del 6/12/2000)

[Stefano Dionisi] nel cast [di Sostiene Pereira] c’era Nicoletta Braschi, spesso veniva Benigni a trovarla e stavamo tutti insieme” (’La Stampa” 2/2/2003).

Nell’80 io studiavo all’Accademia e nel 1982 ho condiviso con entusiasmo il suo debutto nella regia. Alcuni anni dopo ho deciso di iniziare a produrre i nostri film. [...] Ho fondato la Melampo, la nostra casa di produzione, grazie ai miei carissimi amici americani Sara Driver e Jim Jarmusch. [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 3/2/2004)

Nicoletta Braschi e Roberto Benigni, l’altra coppia sempre di casa al Quirinale con cui i Ciampi vanno a fare i bagni all’isola di Budelli. (Panorama 19/05/2005, Pietrangelo Buttafuoco)

Da un punto di vista artistico, Benigni è sempre stato un atipico. Bravissimo sulla breve distanza, meno sulla lunga. Indimenticabile come ospite televisivo, vagamente dilettantesco in veste di regista. Dopo La vita è bella (qualcuno direbbe anche prima) non ha indovinato un film. E c’è poi la questione Nicoletta Braschi, moglie e Musa. La sua Beatrice, la sua Yoko Ono. Di sicuro non la nuova Giulietta Masina. Se l’unica parte ben recitata coincide con quella di una donna in coma, qualcosa forse vorrà dire. (Andrea Scanzi, Micromega di Febbraio 2009 (da Dagospia)

Guido Orefice ed è un ebreo toscano deportato in un campo di sterminio nazista insieme alla moglie Dora (Nicoletta Braschi) (Corriere della Sera Magazine 12/04/2007, Aldo Grasso)

la coppia Benigni-Braschi che è coppia ovunque, al cinema e a letto, a casa e al ristorante, e persino nei sogni, visto che si sognano l´un l´altro (Francesco Merlo, la Repubblica 4/11/2007, pagina 29)

La vita è bella, ma anche ricca, per Roberto Benigni e sua moglie Nicoletta Braschi. Quando li vedi al cinema fanno quasi sempre tenerezza per quell’amore che continuano a dichiararsi in pubblico, innamorati come il primo giorno. Tubano e filano. Anche a livello fiscale, almeno a vedere le loro dichiarazioni dei redditi del 2005: Benigni 3.580.995; Nicoletta Braschi 1.699.365. (Italia Oggi 6 maggio 2008, Emilio Gioventù)

[Benigni] la star del cinema più riservata e gelosa della propria privacy, che difende con l’aiuto della moglie Nicoletta Braschi e di una cerchia di fidatissimi amici. [...] Eva Grimaldi, che continuò a cercarlo finché la Braschi non le proibì di comporre il loro numero di telefono. (Marianna Aprile e Enzo D’Antonio, Novella 2000, n. 9, 26/02/2009, pp. 14-20)

Benigni [...] ha raccontato che certe volte in sogno ama tre donne differenti, ma sono tutte e tre variazioni della moglie Nicoletta Braschi. (Giorgio Dell’Arti & Massimo Parrini, "Panorama" 28/5/2009)

[Francis Ford Coppola] Nicoletta Braschi è un’ottima cuoca (Raffaella Silipo e Bruno Ventavoli, la Repubblica 19/11/2009)

Per spiegare la ”sindrome Yoko Ono”, quando cioè la moglie di un artista esce dalla sfera privata per influenzare pesantemente la carriera del marito, occorre risalire a una esibizione lontana. [...] al Teatro Ariston di Sanremo. Fu allora, all’interno della rassegna del Club Tenco, che un giovane Benigni cantò Voglio sposare la moglie di Paolo Conte. Un gioco, una dedica divertita alla compagna del musicista astigiano. Due anni dopo, nel 1983, il comico aretino ha conosciuto invece (e poi sposato) un’attrice cesenate, Nicoletta Braschi, sul set di Tu mi turbi. Da allora, per ogni suo film da regista, tranne Non ci resta che piangere (ma solo perché alla regia c’era anche Massimo Troisi), la Braschi compare ineluttabilmente in ogni pellicola. Tu mi turbi era il suo primo film e, tranne rari casi (Giordana, Virzì, Cristina Comencini), la Braschi ha lavorato soltanto con il marito. Quando, nel Mostro, la Braschi si improvvisò femme fatale per scatenare le presunte turbe erotiche del protagonista, la critica cominciò a esprimere dubbi sul suo eclettismo espressivo. Nel frattempo, era divenuta anche mente economica dell’impero familiare. Con la svolta drammatica della Vita è bella e La tigre e la neve, le perplessità si sono tramutate in recensioni spietate (in internet, almeno). Benigni rischia di essere cinematograficamente ricordato come un’occasione persa. Il suo talento puro andrebbe preservato. In due modi. Dovrebbe essere diretto da un regista vero; e dovrebbe accettare che si può essere felliniani anche senza voler dimostrare che tua moglie è l’erede di Giuletta Masina. [...]»
(Andrea Scanzi, ”La Stampa” 26/11/2005)