Varie, 22 aprile 2010
GAO
GAO ZHISHENG (Cina) 1966. Avvocato. Ex membro del Partito comunista, nel mirino perché difendeva i fedeli della Falun Gong e i cristiani della «Chiesa clandestina», il 4 febbraio 2009 fu arrestato • «L’uomo che fu umiliato, picchiato, torturato e incarcerato, l’avvocato cinese che gli attivisti americani volevano candidare al Nobel, il dissidente che New York aveva promesso di accogliere, [...] l’ultimo ribelle di Pechino, l’ex minatore che si laureò di notte per difendere i diritti degli ultimi, degli oppressi, dai cristiani perseguitati ai seguaci del Falum Gong fuorilegge [...] Per lui si erano mossi quelli di Human Rights. Era stata proprio Human Rights China a far uscire in America [...] quel memoriale shock che il dissidente aveva scritto su centinaia di foglietti di carta. ”Mi dicevano che dovevo provare il trattamento riservato ai miei assistiti”. E giù con le scariche elettrice ai genitali, gli stuzzicadenti infilati nel pene, le sigarette spente su tutto il corpo. ”Quando, dopo molto tempo, sono riuscito a riaprire gli occhi, il mio corpo era irriconoscibile: non un centimetro risparmiato”. La storia di Gao aveva fatto strabuzzare gli occhi anche al resto del mondo abbagliato dai progressi del Drago cinese. E nei giorni della guerra Usa-Cina il suo caso era riesploso sui giornali americani: un’altra battaglia di libertà nella sfida su Google e il Dalai Lama, dopo lo scontro sulla vendita di armi a Taiwan e sullo yuan mangiatutto [...] La moglie e i due bambini scapparono per sfuggire alla persecuzione. Poi sparì anche lui. Nascosto? Prigioniero del regime? Quando è riapparso [...] la prima telefonata è arrivata da un monastero buddista: gao chiedeva solo di essere lasciato in pace. [...] ”Ho perso il controllo delle mie emozioni. Per me, mia moglie e i mie due figli erano le persone più care al mondo [...] Ora siamo come un aquilone con una corda spezzata” [...]» (Angelo Aquaro, ”la Repubblica” 9/4/2010).