F. Maf., Il Sole-24 Ore 19/4/2010;, 19 aprile 2010
SE L’UNIONE NON FUNZIONA LA SEPARAZIONE SCATTA PRIMA
Più di 320mila matrimoni tra italiani e stranieri celebrati dal 1996 al 2008. Molti, però, sono già finiti. La convivenza tra le mura domestiche di queste coppie, con tempi e abitudini diverse, può diventare conflittuale. E può "costringere" i coniugi ad affrontare divorzi o separazioni.
Una decisione in crescita sia per le coppie italiane sia per quelle miste. In riferimento a queste ultime, il dossier Caritas/Migrantes elaborato sui dati Istat del 2007 parla di 5.447 separazioni (il 6,7% su un totale di 81.359 registrato in Italia) e di 2.926 divorzi (il 5,7%su 50.669). Sia nel caso delle separazioni (3.950, il 72,5% del totale), sia per i divorzi (2.063, il 70,5%), la fetta più consistente riguarda unioni con sposo italiano e moglie straniera. Le regioni del Nord Italia, Lombardia al primo posto, sono, in valori assoluti, le più coinvolte, essendo quelle dove si celebra il numero maggiore di matrimoni misti.
Le unioni tra italiani e stranieri, in media, non vanno oltre i nove anni di durata prima della separazione, a fronte dei quattordici anni che caratterizzano le unioni tra coniugi italiani. Nel caso del divorzio, invece, gli anni si allungano, raggiungendo la media di tredici anni per le coppie miste e diciassette per quelle italiane.
Separazione e divorzio sono scelte che toccano non solo gli ex sposi, ma anche i loro figli (nel 2007 sono stati coinvolti circa 9mila giovani). Nella maggior parte dei casi, quando il Paese di provenienza del genitore straniero ha una giurisdizione comune a quella italiana sul tema, l’affido del minore o è condiviso o in favore della madre. I problemi nascono, di solito, quando il padre è originario di un Paese in cui prevale la figura paterna. A oggi, le situazioni di contenzioso per l’affidamento dei figli sono circa 150 in tutta Italia.