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 2010  aprile 19 Lunedì calendario

PI COPPIE MISTE ARRIVANO AL «S»

Lui italiano di un paese in provincia di Pavia. Lei originaria dello Zimbabwe. Gaetano e Zama si sono conosciuti in Etiopia dove lavorano. Tornano spesso in Italia dalla famiglia di lui, e qui hanno ufficializzato la loro unione con un rito civile. Dopo il matrimonio, Zama ha intrapreso un percorso di conversione religioso iniziato in Italia ma terminato in Etiopia. Là ha ricevuto battesimo, comunione e cresima prima della cerimonia in chiesa. Gaetano e Zama, che hanno una bimba di due anni e mezzo e sono in attesa del secondo figlio, sono una delle migliaia di coppie "miste" registrate dall’ultimo rapporto dell’Istat sui dati relativi ai matrimoni.
Nel 2008, in Italia, le unioni con almeno uno sposo di origine straniera sono state 36.918 su un totale di 246.613, il 15% del totale, in crescita del 6,8% rispetto al 2007. Nello stesso periodo, al contrario, i matrimoni tra italiani sono calati del 2,8%, passando da 215.801 a poco meno di 210mila. A diminuire sono i primi matrimoni.
Al contrario, aumentano progressivamente le seconde nozze e quelle successive, arrivate a quota 34.137 ma superate dai matrimoni misti, e i riti civili, scelti sempre più spesso anche per le prime unioni. Tra i matrimoni misti, i casi in cui entrambi gli sposi sono stranieri sono ancora una minoranza (il 5% del totale). Tra questi, i più diffusi sono quelli tra rumeni e tra cinesi, comunità di immigrati da più tempo radicate nel nostro paese.
«I matrimoni misti sono un fenomeno in crescita, soprattutto nelle regioni del Nord, dove più forte è l’integrazione anche negli ambienti di lavoro, e soprattutto quelli con la donna proveniente da un Paese estero » spiega Mara Tognetti, sociologa e docente di politiche dell’immigrazione all’Università Milano-Bicocca. Anche i numeri lo dicono: dal 1996 al 2008, le unioni con sposa straniera sono aumentate del 151 per cento. «Per gli uomini italiani questi matrimoni misti spesso sono "di riserva": o sono prime nozze arrivate molto tardi oppure secondi matrimoni. Di solito la moglie straniera ha tra i cinque e i dieci anni in meno del marito, mentre, nel caso opposto, è la sposa italiana ad avere qualche anno in più del partner».
Nel 2008, gli uomini italiani hanno scelto nel 45 per cento dei casi donne provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est.
Al primo posto le rumene (il 13,7% del totale), seguite da ucraine (10,6%) e polacche (6,7%). «Negli anni la provenienza delle spose è cambiata molto – conferma la professoressa ”. Prima la maggior parte di loro arrivava dai Paesi dell’America del Sud,oggi,invece, giungono sempre più spesso dall’Est Europa. Molte di loro vengono in Italia per allontanarsi da una condizione difficile, alcune lavorano come badanti in famiglie all’interno delle quali trovano il futuro partner. A volte sono unioni di convenienza per ottenere la cittadinanza italiana, ma non sempre». Le modifiche alle regole sul matrimonio per stranieri apportate dal pacchetto sicurezza cercano di contrastare queste unioni strumentali: per celebrare il rito, il partner straniero deve presentare un regolare permesso di soggiorno. Inoltre, prima di acquisire la cittadinanza italiana, devono essere passati due anni dal matrimonio.
Secondo i dati del ministero dell’Interno,nel 2008 le concessioni di cittadinanza italiana ottenute per il matrimonio con un cittadino italiano sono state più di 25mila, il 63,2 per cento del totale dei "passaporti" rilasciati. Di queste 25mila, 19mila sono richieste presentate da donne.
Agenzie matrimoniali che mettono a disposizione servizi mirati per coloro che cercano un partner straniero, viaggi, bar, piazze, uffici sono potenti veicoli per questi incontri di culture. «Molti mediatori linguistici e culturali si sposano tra loro – ricorda Mara Tognetti – poi, spesso, dove c’è un matrimonio misto è facile che ce ne sia anche un secondo, di qualche parente».