Chiara Beria di Argentine, La Stampa 17/4/2010, pagina 35, 17 aprile 2010
COCO E QUELLA NONNA CHE LE FA DA MUSA
Si chiama Cornelia ma per tutti è Coco (come la divina Chanel); ha un cognome d’illustre famiglia; è cresciuta lontano dall’Italia tra Parigi e New York; fin da piccola con sua madre, la bella Giorgina, pierre d’alto lignaggio di Valentino, assisteva alle sfilate di moda. E ancora. Anna Wintour e Franca Sozzani, direttori di «Vogue» Usa e Italia, papesse di tutto ciò che v’è al mondo di più glamour&cool, l’hanno in sequenza insignita dei titoli di «Giovane più elegante» e di «Musa Moderna, un mix d’aristocrazia europea con charme brasiliano» (vedi: video su Coco al lancio del portale Vogue.it). Help! Come minimo t’aspetti d’incontrare una giovane donna insopportabilmente viziata e snob.
Il blackberry di Cornelia Brandolini d’Adda, 30 anni, neo milanese (nel 2008 si è sposata con Matteo Colombo) al primo tentativo suona a vuoto: scopro poi che la musa stava pedalando in bicicletta per andare a una riunione di lavoro. Lunghi capelli neri incorniciano il bel viso senza un filo di trucco, vestitino stampato vintage, scarpe piatte (fatte su misura), gambe infinite, Coco apre la porta del suo appartamento. Fiori, libri e un divanetto di vimini: molto easy come la padrona di casa. Che effetto fa essere definita una musa? «Mi lusinga, è una cosa flatteuse. Sei giovane, ti vesti in un certo modo, è normale che ispiri qualcuno. Non sono io che lo dico ma gli altri a vedermi così. E non è la mia scelta di vita», risponde con l’intercalare di chi, non avendo prima del matrimonio mai abitato in Italia, pensa ancora in francese.
Storia di Coco, la trentenne più contesa e vezzeggiata nel capriccioso mondo della moda; ragazza moderna che ama «guardare al passato per migliorare il presente»; immigrata superchic che, nella lamentosa città, pedala controcorrente dichiarando d’essersi innamorata di Milano.
Parigi, febbraio 2010. Chiamata dalla sua amica d’infanzia Martina Mondadori (per lei nel 2006 creò un romantico abito da sposa) direttore editoriale con Francesco Bonami della nuova edizione tutta italiana di «Tar», rivista superpatinata e supercult d’arte, letteratura e moda, Coco Brandolini, per il primo numero in libreria da questa settimana (250 pagine, 18 euro, cover story di Maurizio Cattelan) nella sua nuova veste di «fashion editor» ha, in un gioco di specchi, subito rivelato chi per lei è una vera musa. Non una top model, nè un sexy diva ma sua nonna, la contessa Cristiana Brandolin d’Adda.
Una nonna? «Sì. Al di là del forte legame affettivo che ci unisce mi divertiva fotografare una signora di quell’età, non la solita ragazzotta», spiega l’affascinata nipote. «Lei è una donna davvero speciale, l’osservo sempre, la tocco. Ha una incredibile sofisticatezza nello scegliere tessuti, nell’armonizzare colori. sempre elegante ma si veste in un attimo; è classicamente bella come voglio che sia la moda in questa rivista. Così l’ho chiamata e le ho detto: «Nonna, dovresti posare per Tar nella la tua casa di Parigi che non è mai stata fotografata». Risultato: il ritratto (fotografo: Nathaniel Goldberg) di una raffinata lady senza tempo e alcuni suoi pensieri in tema: «L’eleganza è fatta di piccoli gesti... Il cattivo gusto? tutto quello che non mi piace!». Oltre a questa dichiarazione d’amore a sua nonna Coco, per anni assistente stilista a New York di Oscar De la Renta ora consulente moda di Alberta Ferretti; ragazza che, nei viaggi in Asia con il paziente marito, impazzisce alla ricerca d’antichi tessuti per la sua collezione, in questo suo esordio nella carta stampata dimostra tutta la sua grinta con altri 2 servizi di moda.
«La mia Milano promessa» (apertura del servizio: un mazzo di sfatti crisantemi al cimitero) e «Cina+Milano» con la modella in sampam ma non è il Huang-He bensì l’Idroscalo; e, mentre, una sciura compra low cost nella Chinatown milanese il ricco cinese fa shopping in Montenapo. Musa Coco: finalmente un occhio nuovo e di buon gusto su Milano.