Maurizio Stefanini, Libero 18/4/2010, 18 aprile 2010
MEZZA AFRICA SI PREPARA ALLA GUERRA SANTA
Si diffonde in Africa la paura di un’imminente grande conflitto continentale tra cristiani e musulmani. Secondo una ricerca del Pew Forum on Religion and Public Life, noto think tank di Washington, un africano su quattro teme la possibilità di una guerra di religione: soprattutto in Ruanda e Nigeria, dove si arriva al 58%, mentre sotto al 20% stanno solo Etiopia, Sudafrica, Zambia e Botswana. In 10 dei 19 Paesi dove si è svolta l’indagine la maggioranza dei 25.000 interpellati è invece preoccupata o molto preoccupata per l’estremismo religioso, e in altri 5 Paesi questa proporzione oltrepassa comunque il 40%, con sotto al 30% solo Mali e Senegal.
Come ricorda il rapporto, tra il 1900 e il 2010 i musulmani nell’Africa Sub-shariana sono passati da 11 milioni a 234 milioni, ma i cristiani sono saliti da 7 milioni a 470 milioni. Se però consideriamo tutto il Continente il rapporto è di perfetta partità, attorno al mezzo miliardo a testa. Le due fedi non si attraggono fedeli, ma piuttosto convertono gli adepti a culti tradizionali, che comunque continuano ad essere seguiti da un africano su quattro: in genere contemporaneamente a cristianesimo o islamismo. Una gigantesca soluzione di continuità dal Senegal alla Somalia divide un Nord islamizzato da un Centro-Sud che invece rimase animista e dal XIX secolo in poi è stato convertito dai missionari. Fu il formidabile bastione montano dell’Etiopia, aderente a un cristianesimo presto indigenizzato fin dal IV secolo, che bloccò la via diretta dell’espansione dell’Islam dal Mar Rosso all’interno, permettendo solo il più lento filtraggio attraverso la via delle carovane del Sahara. Il Nordafrica arabo fino alla Mauritania è dunque islamico in blocco, a parte la minoranza dei copti egiziani, tra l’8 e il 12% della popolazione. E lo stesso Somalia e Gibuti. In Etiopia e Eritrea sono cristiani gli altipiani e islamiche, le pianure. I Paesi dell’Africa Centrale sono spaccati tra un Nord islamico e un Sud e/o fascia costiera che in Ciad, Guinea-Bissau Sierra Leone, Costa d’Avorio e Nigeria è ormai quasi tutto cristiano; in Sudan e Burkina Faso animista in via di rapida cristianizzazione; in Togo e Benin ancora in gran parte animista con minoranze cristiane. Mentre da Liberia, Ghana, Repubblica Centrafricana, Camerun Gabon, Kenya e Uganda in giù inizia il predominio schiacciante dei cristiani, salvo qualche compatta minoranza islamica lungo le coste dell’Oceano Indiano (11% in Kenya, 36 in Tanzania, 23 in Mozambico). Senza dimenticare i massacri tra cristiani del Ruanda o del Delta del Niger o quelli tra musulmani di Somalia e Darfur, l’evidenza è però che lo scontro cristianimusulmani ha dominato conflitti presenti e recenti in Nigeria, Etiopia, Sudan, Costa d’Avorio, Ciad; Che le ambasciate Usa in Kenya e Tanzania hanno visto i primi grandi attentati di Al-Qaida; e che il Sahel è ora la sua area di diffusione più rapida. L’idea che gli islamici stiano schierati in blocco con Al-Qaida è infatti condivisa da un africano su quattro: indipendentemente dalla religione professata.