PAOLO GRISERI, la Repubblica 18/4/2010, 18 aprile 2010
PERSI 3 MILIARDI AL GIORNO IL SISTEMA EUROPA NON REGGE UN LUNGO STOP - ROMA
La nube che si aggira per l´Europa ci costa 3 miliardi di euro al giorno. Un crack che non si misura solo ai check in degli aeroporti. In poche settimane il blocco potrebbe mettere in ginocchio l´economia del Vecchio continente. Perché sugli aerei vola la parte pregiata delle merci europee, quelle che finiscono nei mercati emergenti dell´Asia e del Sudamerica. E perché la nube oggi colpisce solo l´Europa favorendo i concorrenti cinesi e statunitensi.
Sarà anche «una vendetta della natura per la sregolatezza umana», come suggerisce il professor Aurelio Misiti, ordinario di Ingegneria ambientale alla Sapienza. Ma, ammesso che sia così, quanto potrebbe costarci quella vendetta? Il professor Giacomo Vaciago propone un calcolo relativamente semplice: «Le spese di trasporto rappresentano circa il 5 per cento del valore di una merce. Dunque, se le compagnie aeree denunciano un danno di 150 milioni di euro al giorno, il danno al pil è di 3 miliardi ogni 24 ore». Vaciago insegna politica economica alla Cattolica di Milano: «Il fatto grave - dice - è che ormai da 24 ore l´Europa è isolata dal resto del mondo. Una situazione senza precedenti perché non possiamo fare nulla per reagire».
Quanto potrà reggere il sistema? Per quanto tempo l´economia europea può vivere senza collegamenti aerei, senza rapporti veloci con le locomotive dell´Asia e dell´America? Secondo gli esperti, «la cosa peggiore sarebbe che la durata della crisi fosse di un mese o poco più». Esattamente come accadde un secolo fa, durante la precedente eruzione di un vulcano islandese. Allora a subire gli effetti della grande nuvola fu soprattutto l´agricoltura: l´abbassamento della temperatura danneggiò gravemente i raccolti. Questa volta i danni peggiori si avvertiranno sull´industria. Anche se i primi effetti si cominciano a sentire proprio nei campi: «Dalla frutta ai fiori, dalle mozzarelle alle primizie - denuncia la Coldiretti - è tutto un sistema che rischia di rimanere a terra». Per una settimana di blocco, conferma Federalimentare, «il danno potrebbe essere di 12 milioni di euro».
Se la nuvola di oggi si dissolverà presto, il danno sarà abbastanza contenuto: «Avremo come effetto che molti consumi verranno semplicemente posticipati e così dovrà avvenire anche per le merci», dice Vaciago. Come accadde all´indomani dell´11 settembre, quando «le compagnie aeree pagarono un conto molto salato ma dopo poco tempo la gente superò la paura e lentamente riprese a utilizzare l´aereo per gli spostamenti. Le industrie non cessarono mai di utilizzare gli aerei per le merci». Questa volta però non si tratta di superare una psicosi, per quanto fondata: fino a quando il vulcano continuerà a eruttare cenere tutti rimarranno a terra. «Se questa situazione durerà per un mese, l´economia europea rischierà il disastro. Non c´è solo il turismo ad essere nel mirino. Sugli aerei vola la parte pregiata della merci europee», dicono gli economisti. Paradossalmente il blocco di uno o due mesi sarebbe più grave di un blocco annuale: «Dopo un po´ di tempo le persone e le merci trovano strade alternative. Torneranno a sfruttare le navi e i treni. Ma c´è da sperare - conclude Vaciago - che tutto finisca in fretta. O che qualcuno trovi il modo di mettere un gigantesco tappo su quel benedetto vulcano».