Massimo Gaggi, Corriere della Sera 17/04/2010, 17 aprile 2010
LA SEC ACCUSA GOLDMAN «HA FRODATO GLI INVESTITORI»
La Sec, la Consob americana, ha incriminato ieri la Goldman Sachs con l’accusa di frode civile per le spregiudicate operazioni finanziarie sui mutui «subprime» condotte negli anni scorsi scommettendo anche contro i suoi stessi clienti. Una decisione clamorosa che fa definitivamente cadere dal suo piedistallo quello che è stato considerato per decenni il più autorevole degli istituti finanziari americani e che segna, probabilmente, anche l’inizio di una più generale resa dei conti a Wall Street.
Il fondo del 1929 Nel dicembre del 1928, Goldman Sachs lanciò un fondo (GS Trading) che nel ”29 perse il 92% del valore. E il crac di Borsa portò la banca sull’orlo del fallimento
Pronunciando le sue accuse contro la Goldman, Robert Khuzami, l’ex magistrato chiamato un anno fa dal capo della Sec, Mary Shapiro, a ristrutturare e guidare un ramo investigativo della Commissione borsistica scosso dagli scandali, ieri ha anche affermato che sono in corso indagini su altri casi simili che coinvolgono altre istituzioni finanziarie di primo piano. L’iniziativa della Sec non ha un profilo penale, ma il suo materiale probatorio potrebbe ora essere utilizzato dal procuratore generale dello Stato di New York Andrew Cuomo, anche lui impegnato in indagini su reati che potrebbero essere stati consumati nelle transazioni finanziarie che hanno gonfiato la bolla immobiliare e portato agli eccessi della finanza derivata, deflagrati poi nella crisi del 2008 che ha fatto cadere l’intera economia mondiale nel baratro.
La vicenda è complessa ma non inedita: da molti mesi la Goldman viene accusata sulla base di ricostruzioni di stampa (come quella pubblicata dal New York Times nel dicembre scorso) di aver non solo condotto speculazioni gigantesche e particolarmente spregiudicate sui mutui «subprime» (obbligazioni basate su prestiti immobiliari concessi alla clientela meno solvibile), ma di essersi resa anche responsabile di un gigantesco caso di conflitto di interessi. Dopo aver investito soldi dei suoi clienti nei titoli immobiliari, la banca d’affari ha infatti scommesso cifre gigantesche sul crollo del mercato immobiliare insieme allo «hedge fund» di John Paulson, il finanziere che nel solo 2007 guadagnò 15 miliardi (4 per sé il resto per il suo fondo) puntando sullo scoppio della «bolla» del mercato Usa della casa.
Le operazioni su cui si è concentrata l’attenzione della Sec sono 25 transazioni avvenute attraverso un sofisticatissimo strumento finanziario chiamato Abacus 2007-AC1. Molte di queste operazioni sono state gestite da un giovanissimo vicepresidente della Goldman Sachs, il francese Fabrice Tourre, anche lui incriminato dalla Sec.
La banca di Wall Street ha reagito immediatamente e con grande durezza, definendo le accuse del ramo investigativo della Sec «completamente infondate sia sul piano giuridico che su quello della ricostruzione dei fatti». Khuzami viene, insomma, sospettato di aver trasformato fatti noti da tempo e fin qui apparsi privi di rilevanza penale in un crimine. E di averlo fatto per un motivo politico, visto che la riforma Obama dei controlli dei mercati finanziari è tuttora bloccata al Congresso soprattutto per la tenace opposizione delle lobby finanziarie.
Ma Khuzami sembra aver condotto un’indagine molto accurata nella quale si sarebbe valso di numerose testimonianze, a partire da quella del finanziere italiano Paolo Pellegrini, per molti anni uomo di punta dello «hedge fund» di Paulson, lasciato un anno e mezzo fa per mettersi in proprio. Anche la posizione di Tourre sembra essere stata attentamente analizzata, tanto che agli atti delle indagini è allegato un messaggio di posta elettronica inviata nel 2007 dal manager 31enne a un amico nel quale le operazioni finanziarie nelle quali era immerso vengono descritte in modo inquietante: il vicepresidente di Goldman usa un linguaggio che ricorda quello di allegra irresponsabilità, di convinzione di andare verso un disastro globale dal quale, però, l’interessato potrà trarre un profitto professionale, usato in altri clamorosi episodi che hanno riguardato altre entità finanziarie, portati alla luce durante le indagini condotte
dal Congresso di Washington dopo l’esplosione della crisi finanziaria.
Un clima di avidità e irresponsabilità rispetto al quale la Goldman si era sempre considerata totalmente estranea. Ieri la Goldman ha cercato di puntellare la sua credibilità pubblicando vari articolati documenti nei quali cerca di dimostrare la sua buona fede, sostiene di aver perso soldi nelle transazioni esaminate dalla Sec, rivendica la correttezza del comportamento dei suoi manager. Ma la sensazione è che l’iniziativa della Sec sia destinata a rappresentare un punto di svolta che inciderà profondamente sui comportamenti di Wall Street e potrebbe anche accelerare il rinnovo della dirigenza di molti dei suoi istituti.
Che la botta per la Goldman Sachs sia stata durissima lo conferma anche la Borsa di New York dove il titolo della banca ha perso il 12% del suo valore, mentre l’indice Dow Jones ha registrato una flessione dell’1%.
Comunque finisca la vicenda giudiziaria (la Sec non ha ancora comunicato l’ammontare delle penalità che intende mettere a carico dell’istituto guidato da Lloyd Blankfein), l’immagine di autorevolezza e serietà dell’istituto esce sicuramente compromessa dall’emergere di dettagli sempre più inquietanti sul modo di operare di alti dirigenti della banca e dalla spregiudicatezza delle transazioni condotte insieme al fondo Paulson & Co che, praticamente, veniva utilizzato da Goldman come una sorta di selezionatore dei titoli «subprime» maggiormente a rischio.
Va, comunque, sottolineato che, in sé, nessuna delle transazioni effettuate, nemmeno le speculazioni più spregiudicate, è stata considerata illegale. Così come la Sec non sembra aver mosso alcun rilievo allo «hedge fund» di Paulson (solo omonimo di Henry Paulson l’ex capo di Goldman, che è poi stato il ministro del Tesoro di George Bush nei mesi terribili del fallimento della Lehman Brothers e della paralisi del sistema creditizio).
La Goldman è accusata di aver tradito la fiducia di un gran numero di suoi clienti, non di aver causato la crisi con transazioni per loro natura illegali.
Sul piano politico, però, sono sempre più numerosi coloro che, proprio per le responsabilità connesse al suo ruolo di «guida morale» del mercato, considerano particolarmente gravi i comportamenti di un istituto che già nel 1929 ebbe un ruolo non secondario nel determinare le condizioni di grande squilibrio finanziario che sfociarono nel Grande Crollo.
Massimo Gaggi