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 2010  aprile 17 Sabato calendario

DIETRO LE QUINTE IL NOBEL AKERLOF E IL SISTEMA DELLA TRUFFA

L’innovazione non è mai nuova come sembra, neanche se è di Goldman Sachs. George Akerlof su questi trucchi ha vinto un Nobel lavorando nei garage della California nel 1968. Funziona così: siete rivenditori di auto usate e sapete che una certa vecchia Dauphin che avete non funzionerà mai. Non può: avete chiesto a un amico di montarci un volante difettoso, che ha scelto lui fra i peggiori. Quindi vendete l’auto a un cliente ignaro, tenendolo all’oscuro. Subito dopo voi e il vostro amico comprate una polizza sulla stessa Dauphin e incassate i premi non appena quell’auto, fatalmente, si schianta contro un muro. ciò che la Sec accusa Goldman di aver fatto con i titoli immobiliari. Akerlof ha vinto il Nobel perché ha mostrato come i venditori di auto difettate rovinano l’intero mercato; anche quello di auto buone, perché alla fine nessuno si fida più e gli affari si bloccano per tutti. Il danno dunque è enorme (se le accuse saranno dimostrate), molto superiore al miliardo di dollari che avrebbero perso i clienti a cui Goldman ha venduto i titoli «guasti». La prima banca d’affari al mondo avrebbe alimentato con una frode la paralisi del credito più drammatica del dopoguerra: 40 milioni di disoccupati in più nel mondo sono lì a ricordarlo. Sarà un punto decisivo. Perché se Goldman dovesse rimborsare ai clienti (forse) frodati un solo miliardo, il suo crollo di Borsa di ieri risulterà anche eccessivo e recuperabile. Se invece i danni complessivi al mercato fossero stimati più alti, il conto finale risulterebbe astronomico. Questo scandalo può segnare la fine di Goldman Sachs come banca indipendente e, a ruota, anche quella di un modo di fare affari. La proposta di Paul Volcker e della Casa Bianca di impedire alle banche di investire in proprio se lavorano per i clienti, ne emerge più forte che mai. Ma se Goldman tramontasse come istituto indipendente, nella sua categoria resterebbe solo Morgan Stanley. Le grandi banche d’affari erano cinque nel 2008, sono rimaste due nel 2009 e forse una nel 2010. E se c’è una lezione da questa storia, è che gli oligopoli creano grandi rendite per chi li controlla. Per tutti gli altri, sono solo un danno.
Federico Fubini