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 2010  aprile 17 Sabato calendario

LA CACCIA INUTILE ALL’ULTIMA TRINCEA

Il segreto bancario? Roba d’antan: di quando negli anni 70 i cumenda temevano i rapimenti e i gruppi extraparlamentari. La sfida oggi è con l’amministrazione finanziaria e la partita si gioca on e off shore, movimentando partecipazioni, intestatati e denari su internet. Il segreto oggi si chiama tutela della privacy
e per ottenerla gli strumenti sono commisurati ai diversi livelli di riservatezza che si intende preservare. Non è necessario recarsi ai Caraibi se l’obiettivo è di dare continuità al patrimonio, indirizzando la linea successoria ed evitare parenti dalla differente inclinazione imprenditoriale: una fiduciaria di diritto italiano è in grado di adempiere a questo tipo di aspettative. Entro l’anno, inoltre, è attesa l’entrata in vigore della legge che introduce nell’ordinamento italiano l’istituto della «fiducia»: un vero e proprio trust che prevede la segregazione giuridica dei beni effettiva e non formale come nel caso della fiduciaria.
Ma anche gli strumenti assicurativi, proposti dalle strutture di private banking, vanno incontro a questa esigenza; il settore del private insurance prevede una gamma rilevate di tipologie di prodotti tagliati su misura sulle esigenze dei clienti: dalle più comuni gestioni separate fino alle unit agganciate a fondi dedicati (il cui gestore può essere scelto dal cliente stesso), cui sono stati conferite attività finanziarie, liquidità, o anche immobili e partecipazioni societarie.
Strumenti utili anche nel caso in cui ci si voglia proteggere dal fisco: una fattispecie che ha spinto molti all’estero. Le soluzioni cambiano nel tempo seguendo l’evoluzione della normativa dei paesi: dal Lussemburgo all’isola di Man, dall’Austria, alle esotiche Saint Kitts e Nevis, i santuari off shore allentano la riservatezza che ha caratterizzato per anni la loro operatività bancaria. Per non parlare della Svizzera, in cui con qualche eccezione in epoca post-scudo ci si muove con i piedi di piombo. Fiduciarie lussemburghesi e trust maltesi ora vanno per la maggiore: ma è illusorio pensarle impermeabili alle richieste di informativa da parte delle autorità degli altri partner comunitari. Sono le normative antiriciclaggio ad aprire voragini nella riservatezza di queste cassaforti: l’obbligo per l’intermediario è di indicare l’effettivo beneficiario di un istituto come una fiduciaria o un trust. Con due eccezioni: il trust può non avere fiduciario individuato se per esempio il suo obiettivo è quello di «proteggere tutti gli eredi», senza quindi un’esplicita indicazione nominativa o perseguire uno scopo. E poi lo scudo fiscale: a richiesta dell’Agenzia delle entrate l’intermediario oppone la prevista norma della riservatezza. Ma la stessa amministrazione finanziaria riscuote il 5% (il 7% fino a fine mese) dagli stessi scudanti. Individuati.