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 2010  aprile 17 Sabato calendario

RINCARA «L’ULTIMO MIGLIO»

Franco Bernabè l’aveva detto giovedì, quando era volato a Londra per presentare il piano industriale: «Telecom Italia investirà nei prossimi tre anni 7 miliardi nella rete».
Un tempismo perfetto: investimenti che potrebbero giustificare gli aumenti del canone di unbundling proposti ieri dall’Agcom, cioè il prezzo che gli altri operatori sborsano a Telecom per accedere alla rete. Nell’avvio della consultazione pubblica, l’Autorità per le tlc ha formulato come prima ipotesi di portare il prezzo dell’ultimo miglio a 8,70 euro al mese dal 1? maggio del 2010, a 9,26 euro dal 1?gennaio 2011 e a 9,67 eurodal 1? gennaio 2012. Poiché oggi il canone è di 8,49 euro al mese si tratterebbe di un aumento del 14 per cento in venti mesi.
Gli adeguamenti, spiega però l’Autorità,«sono condizionati alla verifica preventiva dell’Agcom della realizzazione di due condizioni. La prima: il miglioramento della qualità della rete in rame di Telecom attraverso maggiori investimenti. La seconda: un ammodernamento del network di accesso nell’ottica delle reti di nuova generazione». La proposta dell’Agcom, sulla quale saranno consultati gli operatori, punta «a garantire che sia a disposizione degli utenti e delle imprese concorrenti un’infrastruttura a larga banda di qualità, con un miglioramento della manutenzione e della fornitura dei servizi». Agli esiti della consultazione, che durerà 30 giorni, lo schema di provvedimento verrà notificato alla Commissione Ue e in seguito sarà approvato in via definitiva dall’Authority.
Sempre ieri raffica di multe da parte dell’Agcom agli operatori per 932mila euro. Questa la motivazione: i gestori non forniscono adeguata assistenza gratuita ai clienti o rendono poco trasparenti i processi di mobilità fra le diverse compagnie. Le multe – per 290mila euro – sono a carico di Telecom Italia, Wind, Fastweb, Tiscali Italia e Opitel-Tele2 ( Vodafone) perché gli operatori dei call center non declinavano le proprie generalità e non indicavano ai clienti i numeri delle pratiche. Altri 58mila euro sono invece stati comminati a H3g «dopo aver accertato che la società non fornisce assistenza telefonica gratuita ma addebita un costo di 0,33 euro».
Sul fronte invece dei canali del digitale terrestre e della "guerra" del telecomando, arrivano le regole dell’Agcom per fare ordine nella numerazione automatica dei canali, con l’assegnazione alle reti generaliste dei numeri da uno a nove.
Tornando all’ultimo miglio, il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi di Wind e Fastweb contro l’aumento dell’ unbundling del 2009, quando il costo mensile dell’affitto della rete era passato da 7,64 a 8,49 euro mensili (da una proposta iniziale di Telecom di 9,39 euro). Nella sentenza che dà torto a Wind si legge che il rincaro dell’unbundling è servito per riallineare «i costi sopportati dall’operatore dominante per la fornitura dei servizi di accesso alla rete e per il suo ammodernamento ». Mentre nella sentenza che boccia il ricorso di Fastweb il Tar scrive che gli investimenti per migliorare il network spiegano «la ragione per cui il costo affrontato da Telecom per migliorare le infrastrutture debba essere ripartito in proporzione con gli altri operatori». Interpellata dal Sole 24 Ore, Fastweb ha annunciato che farà ricorso al Consiglio di stato, un’azione che invece Wind «non esclude».