Mauro Bottarelli, Il Riformista 17/4/2010, 17 aprile 2010
ADDIO BIPARTITISMO ORA NICK CLEGG FA DAVVERO PAURA
Londra. Non sono solo gli aerei a non poter volare in Gran Bretagna a causa delle nuvole di polvere vulcanica provenienti dall’Islanda. E’ il concetto stesso di bipartitismo perfetto a essere stato atterrato l’altra sera dalla performance televisiva del terzo incomodo della politica britannica, ovvero il leader del LibDem, Nick Clegg, capace di stracciare i due più accreditati avversari nel primo dei tre storici dibattiti televisivi in vista delle elezioni generali del prossimo 6 maggio.
Una prova di superiorità comunicativa e mediatica, prima ancora che politica, totale. Ancor prima che il moderatore di Itv desse la parola ai tre per il messaggio di apertura, a tutti era parso chiaro che sia David Cameron che Gordon Brown era tesi e nervosi, bloccati forse dall’occasione storica che si poneva loro di fronte. Ma anche dai limiti oggettivi dei propri programmi a fronte della realtà, soprattutto economica, del paese.
Dal primo ministro era preventivabile una prova opaca: da sempre comunicatore di bassissimo livello, incapace di un sorriso o una battuta, Brown è entrato nei Granada Studios di Manchester indossando i panni del signor Malaussène della politica britannica di pennacchiana memoria. Ovvero, come sempre accade per chi ha responsabilità di governo, scontare il peso di essere il capro espiatorio di qualsiasi cosa non vada nel paese. La vera delusione, al di là della prova maiuscola di Nick Clegg, è stata però David Cameron: impacciato, incapace di attaccare, sempre alla ricerca di una sponda. E costretto a qualche minuto di imbarazzato balbettio dall’unico affondo di Gordon Brown: quando il primo ministro lo ha ringraziato per la sua foto sorridente utilizzata nei manifesti dei Tory sponsorizzati da Lord Ashcroft, finanziatore dei Conservatori con residenza fiscale in Belize.
Alla fine, le rilevazioni demoscopiche sono state impietose: in base al sondaggio commissionato da SkyNews su chi abbia vinto il dibattito, dedicato l’altra sera ai temi di politica interna, il leader dei LibDem avrebbe ottenuto il consenso del 37 per cento dei telespettatori, Gordon Brown il 32 e David Cameron il 31. Ovvero, il golden boy della politica post-blairiana è terminato alle spalle non solo del suo coetaneo Clegg ma anche dello stanco e affaticato Brown. Un fallimento, inutile usare giri di parole.
Ma dal dibattito dell’altra sera è emerso anche il cosiddetto ”fattore b”, dove b sta per Bolton, nome che fino all’altro giorno era noto alle cronache solo per i torti arbitrali subiti dalla locale squadra di calcio nel posticipo di martedì scorso contro il Chelsea di Carlo Ancelotti. Nella cittadina a dieci miglia da Manchester Itv aveva raggruppato quindici elettori indecisi, dotandoli di un telecomando con il quale dovevano esprimere il loro gradimento rispetto alle risposte dei leader. Nick Clegg ha stravinto con il 47 per cento dei consensi. Quello di Bolton, al di là dell’esperimento demoscopico, è un collegio elettorale fondamentale, in grado di ribaltare il numero di deputati a Westminster. E stando alle interviste compiute tra il campione di indecisi a fine serata, i LibDem hanno ottime speranze non solo di essere ago della bilancio ma, forse, persino vincitori nella battaglia di Greater Manchester.
I sondaggi, d’altronde, parlano chiaro. Ieri mattina Itv ha reso noto i risultati di una rivelazione compiuta su sua commissione a Comres subito dopo il dibattito e la situazione appare la seguente: Tories al 35 per cento, Labour al 28 (ovvero 282 seggi ai Tories contro 269 al Labour) e LibDem 24, tre punti percentuali guadagnati in una sola serata di confronto. E, ora, la battaglia si fa seria.
Il dibattito della prossima settimana, il 22 aprile su SkyNews, potrebbe accentuare la svolta: il tema della serata sarà la politica estera, un argomento che vede i LibDem nettamente in vantaggio sui due antagonisti, almeno in quanto a coerenza politica. Il Labour deve ancora scontare il peccato originale della guerra in Iraq, i Tory l’ondivaga politica di David Cameron sull’Europa, cavallo di battaglia di ogni campagna elettorale conservatrice che si rispetti. Abbandonare il Ppe non è stato sufficiente per gli hardliner conservatori che vogliono dal loro leader quotidiane parole di fuoco contro i burocrati di Bruxelles.
Inoltre Nick Clegg l’altra sera ha saputo compiere un vero capolavoro chiedendo il ritiro della Gran Bretagna dal progetto di difesa missilistica nucleare Trident per risparmiare soldi da stanziare per il miglior equipaggiamento e stipendi piu’ alti per le truppe in Afghanistan: parole che hanno strappato gli applausi anche al veterano della Territorial Army che ha posto la domanda al riguardo durante il dibattito. I giochi sono quantomai aperti, il terzo incomodo Clegg ora fa paura. Non solo folklore politico.