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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

QUEL SUICIDIO SULLA SCIA DI PAVESE

Era la «donna venuta di marzo», lo «screziato sorriso», la destinataria delle poesie di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi e della dedica de La luna e i falò: «For C. / Ripeness is all», "la maturità è tutto". L´attrice americana Constance Dowling, bella e sensuale, fu l´ultima tormentata passione di Cesare Pavese. Che si uccise anche e soprattutto per quell´amore breve e perduto, nella notte fra il 26 e 27 agosto del 1950. "Connie", sposatasi con un produttore, se ne sarebbe andata a 49 anni a Los Angeles, nel 1969, ufficialmente per le conseguenze di una malattia. La verità, invece, è un´altra. L´ha scoperta Lawrence G. Smith, ex banchiere a New York, che adesso si occupa di letteratura e che ha scritto un saggio interessante e documentato, Cesare Pavese and America. Life, Love and Literature, pubblicato dalla University of Massachusetts Press. «Pavese e Connie sono uniti dal medesimo tragico epilogo delle loro esistenze», dice. Perché, spiega ancora, «anche la Dowling si suicidò. Lo fece come Pavese, con le stesse modalità: una massiccia dose di sonniferi».
In questi giorni a Torino, dove ha partecipato a un convegno del Centro studi "Gozzano e Pavese" diretto da Mariarosa Masoero, che sta digitalizzando tutte le opere e le carte del letterato di Santo Stefano Belbo, lo studioso racconta di essere venuto a conoscenza della fine di Connie da Jonathan Shaw, figlio di Doris Dowling, sorella di Constance. Lo ha incontrato in una maniera rocambolesca. Aveva saputo che Jonathan voleva vendere delle lettere, dei libri e dei soggetti cinematografici pavesiani, in possesso di sua madre e di Constance. Shaw, però, stava per partire per Rio de Janeiro, dove vive. Smith è riuscito a raggiungerlo, Jonathan aveva già le valigie in mano. Ha acquistato le carte e, chiacchierando con lui, ha saputo come era morta l´attrice della quale Pavese si era innamorato all´inizio del 1950. La circostanza gli è stata poi confermata da uno dei due figli di Constance.
Non si sa perché Connie si sia tolta la vita. E nemmeno se abbia pensato a Pavese ingerendo i sonniferi. Quando lesse sui giornali che lui si era ammazzato, avrebbe esclamato: «Non sapevo che fosse uno scrittore così famoso!». Certo è che il destino ha voluto che quell´amore lacerato, venisse suggellato dallo stesso finale drammatico per chi lo aveva vissuto.