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 2010  aprile 16 Venerdì calendario

NIENTE PAURA, E’ LA VITALITA’ DELLA TERRA

Violenti terremoti con una frequenza che sembra preordinata, eruzioni vulcaniche che liberano spaventose quantità di ceneri, frane e alluvioni: qualcosa di strano sta succedendo al nostro pianeta? La risposta è no, ma c’è un filo rosso che lega alcuni di questi fenomeni, tenendo presente che per tutti vale lo stesso discorso: la Terra è, per fortuna, un pianeta complessivamente vivo, che presenta regioni «giovani» di grande attività in cui anche frane e alluvioni trovano una giustificazione (anche se in questi casi fanno molto più danno gli uomini, mettendosi dove non devono e provocando il cambiamento climatico).
Terremoti ed eruzioni vulcaniche sono figli dello stesso meccanismo, il grande caleidoscopio delle placche terrestri, ossia quei giganteschi blocchi in cui è scomposta la crosta terrestre. Questi blocchi non rispettano i confini degli Stati o dei continenti, comprendono gli oceani come le montagne, e sono generalmente tranquilli al loro interno, ma assolutamente attivi lungo i margini. E’ lì che i blocchi si allontanano, si scontrano oppure scorrono gli uni accanto agli altri: ogni scatto provoca un sisma, ogni spaccatura che si apre un’eruzione. Vulcani e terremoti sono legati allo stesso meccanismo dinamico, ma non dipendono gli uni dagli altri, specialmente se eruzioni e sismi avvengono lungo blocchi crostali differenti e lontani fra loro. L’eruzione sub-glaciale islandese dipende dalla grande spaccatura che apre in due l’isola e che allontana progressivamente (alla velocità di qualche centimentro l’anno) l’America del Nord dall’Europa: quando Colombo arrivò nei Caraibi l’Atlantico era effettivamente poco più stretto di oggi.
Se in questo scorcio di secolo i terremoti di magnitudo superiore a 7 Richter sono così frequenti è solo un caso: nelle medie decennali si distribuiscono in modo omogeneo, in ragione di circa una dozzina all’anno. E così pure le eruzioni. Anche all’inizio del terzo millennio dell’era degli uomini la Terra fa semplicemente il suo mestiere, come sempre in passato, e davvero non possiamo prevedere quando colpirà il prossimo sisma, mentre sappiamo benissimo dove e con che tipo di effetti. Il problema è che questi fenomeni ci lasciano nudi, ancora vulnerabili come nel Medioevo, nonostante i progressi nelle conoscenze e nelle costruzioni. possibile che si possa perdere un aereo a causa delle ceneri di un vulcano o per un ciclone tropicale? O che non si possa continuare a vivere in certi luoghi? La risposta è per fortuna sì, anche se non ci piace rassegnarci a un limite così pesante. Perché questo è un problema di tempi e dimensioni, di cultura e memoria, campi nei quali gli uomini non hanno trovato ancora modo di applicare in modo soddisfacente le proprie presunte intelligenze.