Frammenti, 15 aprile 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BOSELLI
ENRICO"
•1999
Da anni l’ex segretario socialista [CRAXI, NDR] dichiara: «O rientrerò da uomo libero o rientrerò da morto». Stefania Craxi dalla Tunisia fa sapere che suo padre non è interessato a un salvacondotto medico. [...] La proposta è stata rilanciata alla Camera da Ccd, cossighiani e socialisti democratici italiani di Enrico Boselli. Favorevoli anche Berlusconi, Fini e Ppi.
Massimo DellíOmo, la Repubblica 28/10/1999; Maurizio Caprara, Corriere della Sera 29/10/1999
"La sinistra non può sperare di andare oltre il 20 per cento delle elezioni europee, se i Ds continuano a considerare un criminale chi votò Psi. Se così fosse, gran parte degli elettori del Psi continueranno a rivolgersi a Berlusconi e alla Bonino"
Enrico Boselli sul ”Giorno” di lunedì 20 settembre. NON C’E’ L’ANNO. SCHEDA NUMERO 58442
"Cossiga coglie bene il problema della frammentazione. Ma lui vuole rifare un centro degasperiano, che può interessare gli ex dc, non noi"
Enrico Boselli sul ”Corriere della Sera” di lunedì 13 settembre NON C’E’ L’ANNO. SCHEDA NUMERO 58466
"Con i miei dodici voti non posso pretendere tanto"
Enrico Boselli sul ”Giornale” di venerdì 30 aprile NON C’E’ L’ANNO. SCHEDA NUMERO 59102
Ed è dedita alla libera professione anche la moglie del leader dello Sdi, Enrico Boselli, Patrizia Pelagalli: «Sono grafica e madre di due figli», scherza lei.
Luca Telese, Sette 13/05/1999
•2002
[MARCO BIAGI ERA] Grande amico di Enrico Boselli, lo aveva seguito anche quando dirsi socialisti era un’onta.
Luciano Nigro e Carlo Gullotta, ”la Repubblica” 20/3/2002
•2004
SOCIALISTI IN PROFONDO ROSSO
>Voti alle politiche: 805.340
>Dipendenti: nessuno
>Rimborsi 2002: 1,19 milioni
>Entrate totali: 1,44 milioni
>Spese: 1,5 milioni
Il partito di Enrico Boselli non riesce a chiudere i conti in attivo: il rosso 2001 era di 829 mila euro, quello 2002 di 53 mila e su quello 2003 per ora il tesoriere, Giuseppe Albertini, non si pronuncia. Se non per dire che ci sarà di sicuro. "Le spese le recuperiamo coi rimborsi elettorali" spiega. Si tratta di poco meno di 1,2 milioni di euro a cui si sommano quote associative, 35 mila euro e contributi di parlamentari e sostenitori, 216 mila euro. In tutto, 1,4 milioni, meno di quanto costi far andare avanti la macchina che, curiosamente non presenta alcun onere per il personale: "Per evitare impegni contrattuali di lunga durata abbiamo ritenuto di non avvalerci dell’opera di personale dipendente " taglia corto Albertini.
Quindi, solo consulenti e collaboratori per lo Sdi che nel 2002 ha speso 505 mila euro in servizi. D’altronde il partito deve periodicamente sottrarre alle proprie casse liquidità per devolverla alla controllata Nuova editrice Mondoperaio srl: 194 mila euro nel 2002, per chiudere l’annata comunque in rosso di 82 mila euro. Perdita che, sommata a quella del partito, arriva a 135 mila euro. Un passivo che non spaventa anche perché lo Sdi ha 233 mila euro in cassa, al Banco di Napoli. Tutti investiti in pronti conto termine. Perché? Risponde lo stesso Albertini: "Per evitare le angherie delle banche".
Marina Martinetti, "Economy" 19/3/2004
•2005
Ed Enrico Boselli, che oggi denuncia come «una prepotenza» la voglia della destra di cambiare il Mattarellum parlando di «un tentativo tanto disperato quanto grave per le nostre istituzioni democratiche», spiegava al contrario: «Se il Polo continuerà a fare catenaccio dovremo scegliere tra far finta di nulla e prenderci la responsabilità di andare al voto con una legge che ha fallito o andare avanti da soli. E io credo che sarebbe un segnale di responsabilità». Idea condivisa (allora) da un sacco di alleati. Da Pietro Folena («Il centrosinistra può benissimo andar avanti da solo») ai Verdi con Grazia Francescato («Possiamo benissimo andare avanti da soli») e Maurizio Pieroni («A malincuore, ma a questo punto dobbiamo andare avanti da soli») e altri ancora.
Corriere della Sera 04/10/2005, pag.1-6 Gian Antonio Stella
Da un corsivo sul ”Corriere della Sera” di venerdì: «Verso i radicali, e in particolare nei confronti della nuova creatura rappresentata dalla Rosa nel pugno, si percepisce nel centrosinistra un eccesso di fastidio, una reattività che a volte diventa vera e propria suscettibilità morbosa. Perché protestare teatralmente, come ha fatto Clemente Mastella abbandonando il vertice dell’Unione, per la presenza di Emma Bonino? E perché tanta acredine nei confronti di Enrico Boselli e dello Sdi, prima considerati alleati affidabili e, dopo l’alleanza con Pannella, guardati in cagnesco? [...] anche se i perplessi dell’Unione dicono di temere un di più di anticlericalismo che metterebbe la coalizione in difficoltà con il mondo cattolico, il sospetto è che i radicali portino nel centrosinistra quel surplus di liberalismo (la chiamano ”l’agenda Giavazzi”) di cui l’attuale opposizione ha vitale bisogno: il che spiegherebbe il perché di tanta, virulenta, ostilità». [24] Quanto a Boselli, gli hanno chiesto se vorrebbe D’Alema al Quirinale: «Chi?». [25]
[24] Corriere della Sera 10/2/2006; [25] Riccardo Barenghi, La Stampa 6/2/2006
Non tutti i presidenti sono stati personalità al di fuori della mischia politica. Enrico Boselli (che non voterà D’Alema): «Vero: ma hanno partecipato attivamente alla lotta politica molto tempo prima di diventare presidenti. Perciò io non escludo che D’Alema possa avere in futuro le caratteristiche per fare il capo dello Stato». [19]
[19] Maria Teresa Meli, Corriere della Sera 7/5/2006
•2007
«Enrico Boselli è riuscito in questi anni a «tenere aperta la ditta», malgrado i Ds abbiano fatto di tutto per mettergliela in liquidazione. Ora che intende rinnovarla, Mussi lo osserva con attenzione, «perché con lui c’è un’interlocuzione, mi citerà nella sua relazione al congresso dello Sdi». Boselli e Bertinotti però hanno in comune solo le iniziali del cognome, sebbene Mussi dica che «i socialismi sono come le arance, di tutti i tipi». Sarà, ma c’è una frase che il futuro leader della futura nuova Cosa pronunciò alla vigilia della manifestazione di Vicenza contro la base americana: «Anche se non fossi ministro, non ci andrei». L’esatto contrario di quanto disse Bertinotti: «Se non fossi presidente della Camera, ci andrei». impossibile tenere insieme tutte le arance»
Francesco Verderami, Corriere della Sera 10/3/2007
«"Imagine" di John Lennon è la colonna sonora con cui si dà il via alla Costituente socialista in un salone gremito sino all’inverosimile. Su un maxischermo scorrono i volti di militanti anonimi, e quelli di leader come Enrico Boselli ( foto), Gianni De Michelis, ma non di Bettino Craxi. La nostalgia è bandita. «Questa è una manifestazione non reducista, non possiamo guardare solo al passato», commenta Enrico Boselli. L’iniziativa, nell’anniversario della presa della Bastiglia, è giudicata un successo non solo perché ha riunito la diaspora socialista ma anche perché suscita interesse in quanti – radicali, liberali, repubblicani e diessini tutti contrari al Partito democratico – non intendono abbassare la bandiera del socialismo europeo. Ed è appunto su questo tema che Boselli insiste. «Non dobbiamo rinchiuderci – argomenta – entro una formazione identitaria che si riferisca unicamente al Psi e al Psdi, su questa strada non andremmo lontano». Il progetto raccoglie già l’adesione di Gavino Angius (Sinistra democratica), del presidente onorario dell’Arcigay Franco Grillini (Sd) e del senatore ex ds Roberto Barbieri. In un sofferto ma applaudito intervento, Barbieri critica l’idea che sottende la nascita del Pd: « come una fusione tra due aziende che decidono di mettere assieme il peggio del loro patrimonio, in questo caso la loro cultura politica ». C’è anche Cinzia Dato, appena uscita dalla Margherita: «Il Pd sembra un simulacro, non si può immaginare un soggetto unitario del centrosinistra più ristretto dell’Ulivo e senza la cultura socialista, liberale, laica e modernizzatrice». Avanti, dunque, nella costruzione di un soggetto più ampio. A ottobre si terrà una conferenza programmatica con la quale dire al Paese quali sono le idee dei socialisti per affrontare le questioni aperte, sul modello di quella del 1982 «sui meriti e sui bisogni». Poi, a fine anno, il congresso fondativo di un partito che, come auspicano Boselli e De Michelis, tornerà a chiamarsi Psi. I tempi stringono. Il futuro, prevede Boselli, si annuncia carico di tensioni. L’«incoronazione» di Walter Veltroni alla guida del Pd rischia di far «perdere legittimità a Prodi» con il rischio serio di «avere due direttori d’orchestra: Prodi e Veltroni»[...].
Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera 15/7/2007
•2008
Boselli, invece, non ha dubbi: «Ormai l’Italia è un Paese secolarizzato, una società improntata a principi, valori, idealità profondamente laici». E «non tragga in inganno» l’esito del referendum sulla procreazione assistita: «L’astensionismo in quella consultazione popolare non è figlio della campagna della Cei, non è stato determinante il dikat di Ruini»
La Stampa 08/01/2008
[...] Una vera beffa per i socialisti di Enrico Boselli. I loro 355.581 elettori alla Camera valgono lo 0.97 per cento. Un soffio sotto la soglia dell´1. Così, non solo non accederanno alla Camera e al Senato con i loro candidati, ben lontani dallo sbarramento fissato dal "Porcellum", ma per la sigla che per la prima volta non entrerà in Parlamento dopo 110 anni resteranno chiusi anche i cordoni della borsa. Il tutto per appena 8.942 voti mancanti. Tanti ne sarebbero bastati per raggiungere la fatidica quota 1 per cento e aver diritto a 2 milioni 128 mila euro.
La Repubblica 17 aprile 2008, CARMELO LOPAPA
Un’inchiesta di "Panorama” rivela che, grazie a una vecchia norma degli anni Ottanta, gli onorevoli trombati, se sono stati eletti prima del 2001 e se hanno 20 anni di contributi (chi non ci arriva può riscattare i contributi mancanti), indipendentemente dall’età anagrafica riceveranno pensioni assai cospicue. [...] E ancora, tutti sotto i 60 anni di età, avranno il vitalizio di 7.959 euro lordi al mese, tra gli altri, Enrico Boselli (Psi),
Il Giornale 24/4/2008
Enrico Boselli, il segretario che passerà alla storia per aver condotto i socialisti alla scomparsa dal Parlamento,
Marco Damilano Denise Pardo, L’espresso 7/8/2008
Sono dieci i principali candidati alla presidenza del Consiglio che si sfideranno alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile. Da destra verso sinistra: Daniela Santanché (La Destra), Giuliano Ferrara (Lista per la vita), Silvio Berlusconi (PdL/Lega/Mpa), Pierferdinando Casini (Udc/Rosa Bianca), Clemente Mastella (Udeur), Walter Veltroni (Pd/Idv), Enrico Boselli (Psi), Fausto Bertinotti (la Sinistra l’Arcobaleno), Marco Ferrando (Pc dei Lav.), Flavia D’Angeli (Sinistra critica).
Annuario Panorama 2008