Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

CRESCITA, ACCELERA IL CUORE DELLA CINA

Sviluppare il mercato interno e ridurre lo scarto tra le province costiere orientali, vocate all’export e il Centro e l’Ovest del paese, a lungo rimasti al traino.
Queste le nuove parole d’ordine del governo di Pechino, che per accelerare lo sviluppo ha «iniettato» nell’economia del paese qualcosa come 580 miliardi di dollari (quasi 427 miliardi di euro), in gran parte destinati alle infrastrutture.
E i risultati non si sono fatti attendere. Si prenda per esempio la città di Chongqing, nel cuore della Cina. Partita molto in ritardo nella corsa allo sviluppo, oggi, con 32 milioni di abitanti, è già diventata l’agglomerato più popolato del paese. Ma questo è nulla in confronto alla pianificazione della città per i decenni a venire che vedrà sorgere lungo le rive dello Yang Tsé una mezza dozzina di Manhattan.
Nel primo trimestre di quest’anno la crescita della città ha raggiunto il 18% e l’obiettivo per il 2010 è il 16%, il doppio di quello per l’insieme del paese.
«Rispetto a Shanghai», spiega Zhang Haiqing, direttore generale aggiunto dell’ufficio affari stranieri di Chongquing, «noi possiamo contare su vantaggi competitivi. Qui da noi il costo della manodopera è meno elevato e molte imprese scelgono di delocalizzare: abbandonano le province costiere e si installano qui».
Come ha fatto Hewlett Packard, che ha insediato nella città la sua base per la produzione di pc portatili destinati al mercato asiatico.
I treni ad alta velocità collegheranno presto la città al resto del paese: i lavori sulla rete ferroviaria, che sarebbe dovuta essere pronta nel 2020, sono in anticipo sulla tabella di marcia e si concluderanno nel 2015.
Uno degli innegabili vantaggi della Cina è la mobilità della manodopera. Secondo Yang Jiemian, presidente dell’istituto di Shanghai per gli studi internazionali, «il movimento della popolazione, che parte dall’Ovest per andare a lavorare all’Est, più sviluppato, insieme ai movimenti del capitale in senso inverso, per industrializzare progressivamente il Centro del paese, costituisce il motore della crescita cinese». Tuttavia in questo momento la Cina, pur essendo in «piena crescita», resta un paese in via di sviluppo, sottolinea Jiemian, secondo il quale nel 2050 sarà un «paese sviluppato» e alla fine del secolo «una potenza mondiale».