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 2010  aprile 13 Martedì calendario

BENEFATTORE ANONIMO PAGA LA MENSA AI BIMBI EXTRACOMUNITARI, LA RABBIA DEI GENITORI ITALIANI

Dopo Cgil e Acli ecco il misterioso benefattore. Ultimo capitolo (forse) della vicenda mensa scolastica di Adro, il paese bresciano sotto i riflettori per la decisione del sindaco leghista di precludere il refettorio a 42 bambini (in maggioranza immigrati) figli di famiglie non in regola con il pagamento delle rette. Un cittadino che, protetto dall’anonimato, ha messo mano al portafogli e saldato il debito, quasi 10mila euro: «Voglio urlare che io non ci sto», ha scritto in una lettera. «Ma per non urlare e basta ho deciso di compiere
un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani».
La notizia è piovuta durante un vertice in Comune dove il sindaco, Oscar Lancini («Una mossa che ha una regia politica») e rappresentanti di Cgil e Acli discutevano della disponibilità offerta da queste ultime a pagare le rette. Un caso che ha fatto salire sulle barricate i genitori destinatari dell’ultimatum («Umiliate i nostri figli») consegnato nelle classi dell’Istituto onnicomprensivo prima delle ferie pasquali, e i sindacati, critici con un intervento impietoso con le vittime della crisi economica. Il debito – quasi 16mila euro – aveva scatenato un effetto domino, con mamme e
papà italiani in rivolta contro i morosi che in definitiva mangiavano gratis. «Noi genitori adempienti non siamo obbligati a sostenere i figli di quelli inadempienti», si legge in una nota firmata da 200 persone inviata a Comune e Provveditorato. «Non siamo un ente assistenziale, facciamo fatica anche noi a fare quadrare i conti, ma è un dovere pagare un servizio».
Impossibile per il sindaco Lancini fare finita di nulla: «Serviva un segnale forte, a marzo le situazioni morose erano schizzate a 115», spiega. «L’ultimatum è servito. In 4 giorni il debito è sceso a 9.900 euro e i morosi da 42 a 26». Bimbi cui il preside, Gianluigi Cadei, ha offerto vitto e alloggio, assumendosi la responsabilità di ospitarli in mensa così da sedare gli animi. Ieri, giorno della trattativa, e di una manifestazione con una cinquantina di genitori, l’epilogo: il bonifico anonimo. «Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità», ha scritto il benefattore precisando di non essere comunista e di avere votato Formigoni, ma non risparmiando critiche ai compaesani, all’amministrazione e alla chiesa locale. «Ho vissuto in una cascina come quella dell’Albero degli zoccoli. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle».