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 2010  aprile 13 Martedì calendario

GLI INGLESI VOGLIONO ARRESTARE RATZINGER

Ecco l’ultima da Londra sullo scandalo dei preti pedofili: ora, gli inglesi vogliono processare Benedetto XVI, e non scherzano. La vicenda potrebbe mettere in dubbio la visita del Papa in Gran Bretagna, prevista per il prossimo 16-19 settembre perché se B-XVI mette piedi sul territorio di sua Maestà rischia l’arresto.
Dietro questa manovra giudiziaria contro il Papa ci sono due atei inglesi di punta: Richard Dawkins, filosofo della scienza, darwiniano incallito dell’Università di Oxford e autore di mega bestseller vari fra cui ”The God Delusion”, e il famoso giornalista Christopher Hitchens, da anni residente in America, autore di ”God is not Great”. La loro accusa nei confronti del Papa? Crimini contro l’umanità. Niente meno. Caspita.
Ma sta in piedi, o è una montatura stile magistratura italiana nei confronti di Berlusconi? Sì, sta in piedi, perché la legge è molto più trasparente e certa nel mondo anglosassone e perché hanno dato l’incarico di fare la denuncia a due avvocati molto importanti, Geoffrey Robertson e Mark Stephens. Robertson, su The Guardian, ha scritto in questi giorni: «La legge internazionale tratta l’abuso sessuale sistematico di minori come un delitto contro l’umanità». Ha aggiunto che in Irlanda e in America, ad esempio è stato scoperto che: 1 l’abuso dei minori da parte di preti era ”endemico”; 2 le gerarchie della Chiesa hanno protetto i colpevoli. Robertson e Stephens presenteranno la loro denuncia alla Director of Public Prosecutions (Dpp), l’ente inglese che decide se imputare qualcuno o no.
Potrebbe sembrare una cazzata. Ma attenzione. Così, è stato arrestato il dittatore cileno Augusto Pinochet quando ha visitato l’Inghilterra nel 1998. E così, non ha osato venire in Inghilterra l’anno scorso Tzipi Livni, ex ministro degli esteri israeliano, accusato dai palestinesi di crimini di guerra.
Secondo l’avvocato inglese Robertson la responsabilità non finisce con i vescovi locali (in America ci sono stati 11.750 casi finora). Anzi. Il Vaticano è una monarchia e per questo deve rispondere di persona il Papa.
Nel 2005, in Texas, vari avvocati hanno provato a tirare in ballo il Vaticano direttamente in un caso di preti pedofili ma non ci sono riusciti perché l’allora presidente statunitense Bush stabilì che il Vaticano godesse dell’immunità diplomatica perché Stato sovrano straniero.
Non è giusto neanche questo, sostiene Robertson. Gli stati papali furono aboliti con l’invasione del 1870 e il Vaticano fu
’creato” dall’Italia fascista nel 1929, ma in modo fasullo. Secondo l’avvocato non si può creare uno Stato sovrano così. Ecco perché l’Onu, a esempio, non ha mai riconosciuto il Vaticano come uno Stato sovrano. In ogni caso, insiste Robertson, l’immunità diplomatica non offre al Papa nessuna protezione dalla Corte internazionale dei crimini fondato nel 2002. «Se questi abusi sessuali da parte di preti non sono casi isolati o sporadici ma fanno parte di un modo di agire più ampio, conosciuto ma impunito da parte delle autorità ”de facto’, dunque entrano nell’ambito della Corte internazionale».
Dawkins e Hitchens, nel bene e nel male, ce l’hanno con la Chiesa cattolica, gli avvocati Robertson e Stephens pure. Ma sono stra-intelligenti e sanno che nel mondo anglosassone c’è tanta gente veramente delusa dalla Chiesa cattolica a causa di questo scandalo di preti pedofili
e del suo insabbiamento da parte delle gerarchie della Santa Sede. Ecco, ad esempio, cosa ha scritto un opinionista importante, cattolica addirittura, Libby Purves, sul ”Times” di Londra di ieri: «Ora, al di là di ogni dubbio ragionevole, è chiaro che per tanti anni – alcuni orribilmente recenti – in diversi casi in cui i bambini sono stati abusati e stuprati l’istituzione ha guardato più alla sua reputazione che alla giustizia».
Per la Purves la cosa allucinante era che neanche i genitori credevano al bambino abusato. Si fidavano della Chiesa e degli uomini di Dio. La Chiesa ha costretto tutti al silenzio, sia le vittime, sia i colpevoli, sia i consapevoli. E la Purves vede in questo silenzio se non un reato penale, un peccato imperdonabile. Conclude: «E temo che il Vaticano non si sia reso conto ancora della corruzione totale mostrato da questa vicenda». Ha torto?