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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

BERTONE E LA FRASE SUI GAY. NUOVO FRONTE PER IL VATICANO

Sinistra e destra per una volta unite, almeno nel mondo gay: «L’equazione omosessualità-pedofilia è falsa, ignobile, antiscientifica, irresponsabile, un’affermazione disonesta che colpisce la vita e la dignità di milioni di persone gay e lesbiche, confermando il cinismo, la mancanza di scrupoli e la crudeltà di quelle stesse gerarchie vaticane che hanno coperto per anni i crimini sessuali perpetrati in tutto il mondo da esponenti della Chiesa contro la vita di migliaia di bambini e bambine innocenti», riassume l’Arcigay, mentre GayLib chiede all’Onu «di occuparsi di questi vaneggiamenti» e consiglia: «Dato che parlano la stessa lingua, sarebbe opportuno trasferire il Vaticano a Teheran». Le parole del cardinale Tarcisio Bertone, l’altra sera in Cile, hanno aperto un altro fronte nelle polemiche di questi giorni sugli abusi ai minori, e soprattutto riaperto una vecchia ferita: «Numerosi psichiatri e psicologi hanno dimostrato che non esiste relazione tra celibato e pedofilia, ma molti altri, e mi è stato confermato anche recentemente, hanno dimostrato che esiste un legame tra omosessualità e pedofilia», ha detto il segretario di Stato vaticano. «Questa è la verità e là sta il problema».
Facile prevedere che la polemica tornerà a settembre, durante il viaggio del Papa in Inghilterra per la beatificazione del cardinale teologo John Henry Newman, considerato un’icona dalla comunità gay perché chiese di essere sepolto assieme all’amico reverendo Ambrose St.John (quando morì, paragonò il dolore a quello «provato da un marito per la moglie o da una moglie per un marito»).
Del resto, non è la prima volta che il nesso viene evocato, anche se non in modo così esplicito: dopo gli scandali pedofilia negli Usa, alla fine del 2005 un’«istruzione» vaticana vietò l’ingresso nei seminari a «coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta "cultura gay"». Monsignor Charles J. Scicluna, «pm» dell’ex Sant’Uffizio, ha parlato di tremila casi di abusi segnalati dal 2001, dicendo che nel «60 per cento» si trattava di «atti di efebofilia, cioè dovuti ad attrazione per adolescenti dello stesso sesso», nel «30 per cento» di «rapporti eterosessuali» e nel 10 di «vera e propria pedofilia» verso «bambini impuberi».
Ma ci sono dubbi nella stessa Chiesa. «Non c’è nessun legame», fa sapere l’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. Il rapporto preliminare del John Jay College, cui i vescovi Usa hanno chiesto uno studio, dice che «l’identità sessuale deve essere separata dal problema degli abusi: dai dati non troviamo connessione». Sempre negli Usa, la rivista dei gesuiti America magazine scrive che «quasi tutte le più affidabili correnti» psichiatriche e psicologiche «respingono la confusione tra omosessualità e pedofilia». E ricorda ciò che disse Benedetto XVI in volo per gli Usa, nel 2008: «Non desidero parlare di omosessualità ma di pedofilia, che è un’altra cosa».
La stessa rivista pubblicava ieri un editoriale che accusa l’ex segretario di Stato, Angelo Sodano, di aver coperto il fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel Degollado, colpevole di decine di abusi su minori: «C’è un cardinale la cui testa dovrebbe rotolare: Sodano. Le dimissioni sarebbero il miglior modo per ripudiare la sordida maniera con cui padre Maciel fu protetto per tanti anni a Roma».
Gian Guido Vecchi