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 2010  aprile 14 Mercoledì calendario

I TARTASSATI DI EQUITALIA

Eroi (che riescono a far pagare le tasse agli italiani) o vessatori (che spremono i cittadini al di là di ogni ragionevolezza)? Gli uomini di Equitalia, la società pubblica di riscossione dei tributi, sono di nuovo al centro di dure polemiche, riattivate dall’i n ch i e s t a di Giovanna Boursier andata in onda su Raitre domenica sera, nella puntata di Repor t, il programma di Milena Gabanelli. Chi fa pagare le tasse non è mai amato: questo fa parte del gioco. Ma ciò che fa saltare il gioco è il dubbio di parzialità. Come documentato da Repor t, e ieri da Il Fatto quotidiano (che ha riportato un documento dell’azienda), Equitalia è stata morbida con soggetti eccellenti (come alcuni partiti politici, Alleanza nazionale, Forza Italia, i Ds), mentre è inflessibile con migliaia di contribuenti a cui in caso di ritardo nei pagamenti fa lievitare enormemente il debito, a cui dispone il blocco dell’automobile, a cui ipoteca la casa. Con spese d’iscrizione e cancellazione che raddoppiano se il debito è sopra i mille euro e addirittura triplicano se è sopra i 5 mila. E questo in un momento di non grande efficienza di Equitalia, visto che le entrate tributarie sono in calo: nel primo bimestre del 2010 si sono attestate a quota 53,479 miliardi di euro, contro i 54,892 del primo bimestre del 2009. Sono moltissime le segnalazioni arrivate dopo la puntata di Repor t. Molte sono proteste di cittadini che si ritengono vessati soprattutto per la riscossione di multe. Scrive una signora: ”Ho ricevuto cartelle esattoriali per più di 3 mila euro, per multe che non avrei pagato. Ma non ho mai ricevuto i verbali di quelle multe, che hanno comunque date in cui il veicolo non era neppure intestato a me e riguardano infrazioni stradali in luoghi dove io non sono mai stata. Eppure sono rassegnata: devo pagare. Perché non posso farmi bloccare l’auto, che mi serve per spostarmi e per le visite in ospedale: sono invalida e ho una pensione di 250 euro”. Ecco invece il racconto di un cittadino che si ritiene tartassato per la riscossione della tassa sui rifiuti: ”Ho vissuto a Cagliari negli anni Settanta, per dieci mesi. Nel 2004 ho avuto il fermo macchina per non aver pagato la tassa sui rifiuti del 1996, 1997, 1998. Da 26 anni vivevo in un’altra regione d’Italia. La legge che impone di segnalare al Comune il cambio di residenza è degli anni Novanta, ma a me è stata applicata con una retrodatazione di 25 anni!”. Il responsabile di un’associazione di consumatori, il Codacons di Lucca, testimonia che nella sua provincia sono state spedite da Equitalia ben 22 mila raccomandate ”per ipotetiche pendenze dei cittadini ignari, tutte con minaccia di fermo amministrativo dell’automobile. Un’ecatombe! Un impresario edile, per esempio, per pochi euro non pagati, ha avuto la chiusura dei conti correnti in banca. Così non ha potuto vendere le sue case. Dopo l’intervento del Codacons ha avuto ragione, ma ha dovuto pagare le spese della cancellazione ipotecaria e alla fine è fallito”. C’è chi ha visto lievitare il debito per un piccolo errore: ”Per una differenza Irpef di 50 euro nella denuncia dei redditi del 1986 (uno sbaglio banale), nel 2009 mi è stato fatto un fermo amministrativo dell’auto, che mi è costato all’incirca 250 euro. Non mi avevano informato prima, eppure non ho mai cambiato indirizzo. Mi hanno poi spiegato che Equitalia affigge la comunicazione dell’ingiunzione di pagamento nell’Albo notorio del Comune. Ma è possibile che un utente debba passare in Comune a controllare se ci sono comunicazioni che lo riguardano? E poi: per 50 euro mi è stata data la caccia dal 1986, ne valeva la pena? Per i grandi evasori, invece, è stato creato uno scudo fiscale che ha fatto risparmiare, ai poveri ricchi, molti soldini”. La crisi economica, poi, può avere effetti dirompenti se si somma con l’inflessibilità di Equitalia. ”Spesso si diventa morosi a causa di problemi economici”, scrive un ex muratore. ”Il nostro Parlamento ha approvato lo scudo fiscale per i paperoni, mentre si continua a colpire il piccolo artigiano non evasore. Le tasse le devono pagare tutti, ma in un periodo di crisi si sarebbe potuto approvare un condono sulle multe e sugli interessi spropositati applicati ai morosi. Non sarebbe stato un condono fiscale, ma una sorta di indulto in campo civile. Io ho effettivamente un arretrato con il fisco a causa di una attività imprenditoriale (mu ra t o - re , ndr) che mi è andata male. Tasse non pagate? Circa 20 milioni di lire. Ma oggi devo a Equitalia circa 140 mila euro e mentre scrivo la somma continua ad aumentare. Il tutto mai notificatomi. Oggi lavoro come ingegnere con uno stipendio dignitoso: pensavo di essermi risollevato, invece non mi aspettavo di essere colpito in malo modo proprio dallo Stato”.