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 2010  aprile 13 Martedì calendario

E’ IL PEDONE IL VERO PIRATA DELLA STRADA

In occasione della corsa automobilistica Parigi-Berlino l’opinione pubblica si è commossa per il seguente incidente: in una delle città neutralizzate un bambino di dieci anni ha attraversato la strada davanti a uno dei veicoli, che procedeva alla velocità molto moderata di dodici chilometri orari, rimanendo ucciso sul colpo.
A nostro parere si tratta di un fatto eccellente per le ragioni che esporremo. Nell’anno 1888 o 1889 i turisti in bicicletta o in biciclo venivano insultati in lingua abbaiata, presi a morsi e fatti cadere, finché i cani, come oggi possiamo constatare, non ebbero appreso l’abitudine di scansarsi, così come da una vettura, anche dal nuovo apparecchio locomotore. Completata l’educazione canina, i frustini e gli altri strumenti di difesa del ciclista risalenti a quei tempi remoti hanno potuto raggiungere nel dimenticatoio gli smontaruote dell’età della pietra.
Benché più lentamente di quanto non abbia fatto il suo compagno quadrupede, l’essere umano adulto ha finito per imparare a lasciar libero il passo ai veicoli veloci. L’uomo a piedi non sciama più in branchi sulle piste ciclabili, in compenso è abbastanza comune trovarvi un orso, in prossimità delle roulotte dei nomadi, e un giorno, a dispetto di ogni regola, vi incontrammo perfino un cavallo sormontato da un ufficiale francese.
L’essere umano in tenera età, il bambino, giacché bisogna chiamarlo con il suo nome, si esercita al coraggio in previsione delle guerre future attraversando per sfida la strada davanti a cicli e automobili. Notiamo che come certi popoli selvaggi, che manifestano il proprio valore mostrando il deretano al nemico ma non sono tanto temerari da esibirglielo troppo vicino, il bambino si diverte a correre questo rischio soltanto quando il pericolo è ancora distante, cioè quando il veicolo non arriva a velocità sostenuta. L’incidente della Parigi-Berlino è una logica conseguenza dell’assurda idea di «neutralizzare» le città. anzi incredibile che sia stato un solo bambino, e non diecimila persone che hanno raggiunto già da un pezzo quella che usiamo chiamare l’età della ragione, a scorrazzare davanti ai corridori che gliene davano il tempo. In compenso si noterà che non si è verificata nessuna collisione sulla strada, percorsa a quasi cento chilometri orari.
A giustificazione del nostro titolo aggiungiamo che il pedone corre meno rischi rispetto al ciclista o all’automobilista; egli si espone a una semplice caduta dalla sua altezza, e non a essere proiettato da una macchina in corsa, né rischia la distruzione del suo prezioso veicolo; quindi fino al giorno in cui non avrà avuto fine questa follia di lasciar circolare gente a piedi sprovvista di previa autorizzazione, targa, freni, campanello, tromba e fanali dovremo sconfiggere tale pericolo pubblico: il pedone pirata della strada.
Copyright 2007 ditions Les Pas d’oiseau, Toulouse; © 2010 Bollati Boringhieri editore