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 2010  aprile 12 Lunedì calendario

GUERRILLA GARDENING

Arriva la primavera e subito ricomincia la Guerrilla Gardening. Nottetempo, a piedi, in bicicletta, più spesso in automobile, dopo la sospensione invernale, i guerriglieri arrivano di soppiatto vicino a una zona dismessa: un’aiuola vuota, un giardino abbandonato, uno spiazzo pieno di erbacce, uno spartitraffico senza piante. E si mettono a lavorare. Muniti di rastrello, vanga, zappa, o anche solo di palette per giardinaggio, i combattenti irregolari del verde cominciano a smuovere la terra, a piantare alberelli, a seminare fiori, a mettere a dimora siepi. A volte scendono lungo i lati delle strade di grande traffico, vicino a fossi e cavedagne, e innestano alberi, seminano papiri, piantano bambù. Il loro motto è: scava, pianta, fuggi.
Il fenomeno si sta diffondendo nelle città del Nord, Milano, Torino, Verona, Padova. A volte la rapidità è massima - lancio di «bombe di fiori» -, a volte gli interventi sono più lunghi e intensi, quando si tratta di zone deserte, fuori da sguardi indiscreti. Rapidi e veloci, i partigiani delle fioriere e degli spazi urbani degradati stanno crescendo a vista d’occhio, e diventano un elemento quasi consueto nel paesaggio urbano, là dove la città sembra terminare in spazi vuoti, confini sconfinati, in mezzo a case e caseggiati, dove crescono arbusti secchi e erbe vecchie, e s’accumulano detriti, macerie, pattume e rifiuti. Là arrivano i guerrieri dell’innaffiatoio.
Per il momento non sono perseguiti come i writers, ma di certo quello che fanno non è del tutto legale, dato che intervengono senza il permesso dei proprietari, fosse anche un Comune distratto e latitante. Un’appropriazione indebita di spazi avviliti dal cemento e dall’incuria? Qualcosa di più. Una forma d’inconsueto altruismo. Sfidando il pensionato, nemico numero unico del guerrigliero arboreo, affacciato alla finestra del suo desolato palazzo, pronto a chiamare i vigili, questi uomini e donne dal pollice verde ci rendono più abitabili le sfregiate città in cui abitiamo, e ora anche i paesi che le imitano nel degrado. Per gli aspiranti Che Guevara delle fioriere c’è anche un manuale: Michele Trasi e Andrea Zabiello, Guerrilla Gardening, Kowalski. Prendete, leggete, piantumate.