Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 14/4/2010, pagina 88, 14 aprile 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
7 luglio 1881
Un pezzo di legno
In un fumoso caffè fiorentino si radunano ogni giorno uomini di penna e pennello, giornalisti, pittori, caricaturisti, pamphlettisti, piccoli editori. Molti di loro hanno combattuto volontari nelle guerre di indipendenza, hanno sbeffeggiato il Granduca e la sua censura; ma ora regna la pace, la capitale è ormai a Roma, ci si lascia andare ai ricordi, ai rimpianti, alle burle e al buon vino. un gruppo di allegri compari che fa pensare all’atmosfera di «Amici miei», il film di Monicelli, dove prevalgono le battute, gli scherzi un po’ facili, i paradossi. Ma in mezzo a questa bonaria mediocrità c’è un genio, che non sa di esserlo, come non lo sanno i suoi amici. Ha scritto numerosi romanzi per bambini di notevole successo, collabora a diversi giornaletti locali e ha appena pubblicato su «Il giornale per ragazzi» la prima puntata di una «bambinata», così la chiama lui, che racconta le avventure di un burattino di legno. Carlo Lorenzini, in arte Collodi, che nei mesi successivi dà seguito alle peripezie del suo personaggio che saranno infine pubblicate in volume nel 1882. nato Pinocchio e nessuno se ne accorge. Dovranno passare trent’anni prima che un critico francese, su una rivista francese, ne riconosca la grandezza e solo nel 1937 Benedetto Croce lo definirà un capolavoro assoluto, sia pure nella «minore» letteratura per l’infanzia. La popolarità della «bambinata» cresce esponenzialmente; Pinocchio viene tradotto in tutte le lingue del mondo, recitato, filmato, telefilmato, illustrato in tutti i possibili modi e oggi fa definitivamente parte del nostro universo mentale. La lingua di Collodi è mirabilmente asciutta, il ritmo è di fuga, di corsa sfrenata, gioiosa, golosa, terrorizzata, da una sorpresa all’altra. I personaggi sono simbolici, ma hanno la presenza e la durata degli antichi miti: il grillo, la lumachina, il gatto e la volpe, la fatina, i quattro conigli neri, i ciuchini del paese dei balocchi, appaiono un istante ma restano poi come scolpiti sul portale di una cattedrale. I bambini parteggiano tutti per Pinocchio che, come loro, è nel fondo buono, ma non sa resistere alle tentazioni più effimere. I suoi rimpianti, i suoi rimorsi, le sue promesse, i suoi pentimenti sono sincerissimi, ma lo spirito d’avventura prevale sempre. un credulone e un bugiardo, un traditore e un figlio amoroso. insomma un uomo completo in cui possiamo - e dobbiamo - specchiarci senza ipocrisie. vero, non abbiamo avuto Emma Bovary e nemmeno Raskolnikov, ma Pinocchio col suo irresistibile naso è lì tra loro, per sempre.