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 2010  aprile 13 Martedì calendario

LETTERA

Salve
Abito a Varsavia da un paio di anni e la mia famiglia acquisita e’ polacca. Mastico un po’ di polacco ed ho quindi accesso, seppur parziale, alle fonti di informazione polacche.
Al contrario di quanto scritto da Sergio Romano, credo sul Corriere, e da altri opinionisti/giornalisti su altri quotidiani italiani, nei giorni successivi all’incidente qui in Polonia nessuno ha mai sostenuto la tesi complottistica.
E cio’ nonostante i rapporti non idilliaci con i russi e la vaga tendenza dei polacchi ad autoflagellarsi e ad autocommiserarsi.
Tutti sono rimasti abbastanza stupiti dagli sforzi diplomatici russi e dalla copertura mediatica dedicata all’evento dalle emittenti russe – fino alla grande sorpresa per la decisione di trasmettere in prima serata sull’emittente nazionale russa il film di Wajda su Katyń – decisione incredibile, se si pensa che fino ad un paio di anni fa ancora i russi non ammettevano le loro responsabilita’ sull’eccidio.
Sulle cause dell’incidente, fin dal primo giorno e’ stato tenuto in considerazione il temperamento del presidente Kaczynski, il quale in un precedente viaggio aveva fatto pressione sul pilota perche’ atterrasse nonostante le condizioni non ottimali, il pilota aveva deciso di atterrare altrove e poi subito dopo il viaggio era stato licenziato.
Mi rendo conto che la notizia potrebbe non interessare molti, ma ho avuto un certo moto di rabbia mista a delusione quando ho letto il titolo dell’articolo e l’ho confrontato con la realta’ dei fatti. Politicamente Kaczynski non era condiviso da buona parte dei polacchi, ma il dramma umano rimane e vederci costruire sopra delle superficiali congetture e’ abbastanza sgradevole. La saluto cordialmente