Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 14/04/2010, 14 aprile 2010
LA SCELTA TEMERARIA DEL GRAN PIGNOLO
Mauro Maria Romano della Porta Rodiani Carrara Raffo di casa Savelli, in arte Mauro della Porta Raffo, ha tre obiettivi nella vita. 1) Rivendicare senza tregua il diritto, contestato da certi parenti, di srotolare nella sua interminabile completezza il nome di Mauro Maria Romano della Porta Rodiani Carrara Raffo Dandi Gangalandi di casa Savelli con l’aggiunta appunto (per un pignolo come lui è assolutamente essenziale) di Dandi Gangalandi. 2) Arrivare «al livello di conoscenza a suo tempo raggiunto da Adalbert Pösch, il maestro ebanista del giovane Karl Popper, che poteva tranquillamente sfidare l’allievo dicendogli: "Mi chieda pure quello che vuole. Io so tutto (Ich weiss alles)!"». 3) Raggiungere o almeno avvicinare la mole di opere (la qualità teologica, si capisce, è un’altra faccenda) firmate da Sant’Agostino, il quale a 75 anni confidava d’esser lui stesso meravigliato d’avere scritto 232 libri oltre alle trattazioni popolari e alle epistole. Dopodiché potrebbe puntare al record dei record. Quello di Marin Sanudo, il cronista veneziano che, complessivamente, tra gli smisurati volumi dei Diari (cinquantotto!) e il De origine e i tre libroni delle Vite dei Dogi e la cronaca della Discesa di Carlo VIII e tutta una serie di cose minori avrebbe riempito secondo la studiosa Angela Caracciolo Aricò l’equivalente attuale di circa 150 mila pagine.
Un’ossessione grafomane che lo spinse ad annotare in margine a una pagina: «Ancuo xè la note de Nadal del 1522 e mi son ancora qua che scrivo».
Per offrirsi ignudo ai controlli altrui, «Mauro Maria Romano eccetera» ha dunque deciso di mettere on line sul sito www.maurodellaportaraffo.it tutto ma proprio tutto quello che ha scritto a partire da quando, dopo aver preso una laurea in giurisprudenza alla Cattolica e aver fatto il direttore di una pro loco, il patrocinatore legale, il giocatore d’azzardo professionista, il consulente commerciale, l’agente di telemarketing in Svizzera, il complice di passioni letterarie e di bagordi di Piero Chiara e altro ancora, ha deciso di fare lo scrittore.
Una scelta temeraria. Mettendo a disposizione degli internauti tutti i romanzi e tutti i racconti (trentadue) e tutti gli articoli degli ultimi dieci anni e tutti i saggi (come Americana. Storia politica degli Stati Uniti) e altro ancora, il Gran Pignolo diventato celebre in età matura con quelle stilettate sul Foglio che hanno via via infilzato un po’ tutti gli scrittori e i giornalisti italiani, dai più bravi ai più scadenti (compreso, mortacci!, chi scrive...) sa di esporsi all’antico adagio: chi la fa l’aspetti. Come ha scritto con affettuoso dispetto Paolo Granzotto, in fondo, «non può sapere tutto, da come si chiamava la nonna di Jefferson a quanti gol segnò il Venezia nel campionato 1946-47; dal peso esatto della navicella spaziale Apollo alla misura delle scarpe di Theda Bara». dunque aperta la caccia: cercasi pignolo ancora più pignolo che infilzi il Gran Pignolo.