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 2010  aprile 13 Martedì calendario

 IL MOMENTO DI VOLTARE PAGINA E COSTRUIRE LA NUOVA INGHILTERRA" - LONDRA

Il suo paese preferito è l´Italia, tanto che ci ha passato la luna di miele, anche se di Berlusconi per ora dice solo - diplomaticamente - che lo trova «interessante»; e la sua idea di "Grande Società" per cambiare la Gran Bretagna è copiata dal modello di lavoro comunitario in cui si formò tanti anni fa, in America, Barack Obama.
Pragmatico e spregiudicato, David Cameron, 43 anni, dal dicembre 2005 leader del partito conservatore, imita tutto quello che gli sembra funzionare bene: dalla Thatcher ha preso la determinazione di ferro, da Blair l´arte del grande comunicatore. I sondaggi lo indicano come il possibile vincitore delle elezioni politiche britanniche del 6 maggio. Non è detto che una maggioranza di voti gli procuri la maggioranza di seggi necessaria a governare da solo il Regno Unito: forse dovrà formare un governo di coalizione con i liberal-democratici, forse sarà invece il Labour di Gordon Brown ad allearsi con i lib-dem e a mantenere a sorpresa il potere. Nell´incertezza sul responso delle urne, è comunque Cameron a suscitare le maggiori curiosità, se non altro perché sarebbe un nuovo primo ministro. Il primo in oltre mezzo secolo uscito da Eton: la scuola più elitaria del regno gli ha lasciato addosso un´immagine aristocratica che lui combatte andando in giro senza cravatta e al lavoro in bicicletta. Nella maratona di comizi, strette di mano, talk show della campagna elettorale, il leader dei Tory trova il tempo di parlare con Repubblica durante un viaggio in treno.
Signor Cameron, che rapporto avrà con l´Italia, se diventerà primo ministro?
«Molto buono, penso».
Perché?
«Perché amo il vostro paese e lo conosco abbastanza bene. Ho compiuto molti viaggi per vacanze in Italia, a cominciare dalla mia luna di miele: io e mia moglie Samantha l´abbiamo trascorsa a Roma ed è uno dei nostri ricordi più belli».
Chi è che le ha fatto conoscere l´Italia?
« stata proprio mia moglie. Samantha, per lavoro (è manager creativa di una ditta di abbigliamento, ndr.), va in Italia abbastanza spesso, in particolare a Milano e a Firenze. Ne torna sempre entusiasta e ha contagiato anche me. una delle nostre mete preferite. Devo dire che è un amore condiviso dalla maggioranza dei miei connazionali: l´Italia è piena di turisti inglesi e notoriamente il sogno di molti di essi è acquistare una casetta in Toscana o in qualche altra bella regione del vostro paese».
 anche il suo sogno?
«C´è tempo per quello. Conto e mi auguro di essere piuttosto occupato con il mio lavoro, nei prossimi cinque anni. Ma indubbiamente ho una predilezione per l´Italia».
Ce l´ha anche per il premier italiano, Silvio Berlusconi?
«Be´, è uno dei pochi leader europei che non ho ancora incontrato».
Ma come lo giudica, che idea si è fatto di lui?
«Direi che è un leader molto … interessante. Spero di incontrarlo presto in veste ufficiale, da primo ministro a primo ministro».
Intenderebbe formare un´alleanza tra leader conservatori in Europa?
«Posso solo dire che con Sarkozy esiste un buon rapporto. Ci siamo incontrati recentemente a Londra e la vediamo in modo simile su molte questioni».
Congratulazioni e auguri per la gravidanza di sua moglie Samantha.
«Grazie, è un evento che ci ha reso molto felici, attendiamo con gioia la nascita di un altro figlio (i coniugi Cameron hanno altri due bambini, Nancy ed Elwen. Un terzo figlio, Ivan, è nato affetto da un grave disturbo ed è morto nel 2009. Per il dolore Cameron pensò di "mandare tutto al diavolo e abbandonare la politica", ndr.)».
Pannolini e biberon non sarebbero d´ingombro a Downing street?
«Noi abbiamo sempre cercato di vivere come una famiglia normale».
Quali sono i suoi principali interessi o passatempi, al di fuori della politica?
«La mia famiglia, innanzi tutto. E poi giocare a tennis, coltivare un orticello che abbiamo in giardino e cucinare».
Il risultato politico di cui è stato più soddisfatto come leader dei Tory?
«Essere riuscito a rinnovare il partito conservatore, essere riuscito a farci di nuovo ascoltare».
Come sarebbe la Gran Bretagna di David Cameron?
«Sarebbe un paese dove la gente ha maggiori opportunità e maggiore autonomia sulle proprie vite, dove si rafforza la famiglia e si responsabilizza la società. Sarebbe un paese più sicuro e più ”verde´, ambientalista. Un paese in cui i cittadini, la comunità, la società, contano di più dello stato».
Lei propone una "Big Society", termine che evoca la "Great Society", l´impegno comunitario dei Peace Corps di Kennedy e i programmi sociali di Lyndon Johnson in America.
«E´ l´idea di una società in cui la principale leva per il progresso è la responsabilità sociale di tutti, non il controllo dello stato. Significa rompere il monopolio statale, permettere alle associazioni di beneficenza, alle imprese private, alle organizzazioni non governative, di fornire servizi pubblici. Significa una devolution del potere ai quartieri, ma anche un modo di verificare meglio le promesse del governo».
Un esempio concreto di questo programma?
«Formare un "esercito" di 5mila organizzatori comunitari: professionisti nei vari campi, pronti ad aiutare i gruppi di quartiere a formarsi e lavorare da soli. Il modello è quello del movimento creato da Saul Alinsky negli Stati Uniti, che ha addestrato con successo generazioni di leader comunitari, incluso uno che si chiamava Barack Obama. Un altro esempio è un servizio civico nazionale per sedicenni: due mesi di lavoro sociale volontario tutte le estati, per battere la cultura della violenza, della droga, del degrado».
Perché i britannici dovrebbero votare per lei piuttosto che per Gordon Brown?
«Un paese in recessione, in cui molti temono di perdere il posto di lavoro e tutti sono appesantiti dal deficit pubblico, ha bisogno di un cambiamento. E insieme all´economia occorre cambiare e ricostruire la società britannica, che in questi anni è andata in pezzi. Bisogna salvare e rinnovare il nostro servizio sanitario nazionale, migliorare la scuola».
Che vinca il migliore, allora.
«Grazie. Lo prendo come un buon auspicio».