Giorgio Ursicino, Il Messaggero 13/4/2010, Laura Della Pasqua, Fabiana Pellegrino, Il Tempo 13/4/2010, 13 aprile 2010
MICROCAR - TRE ARTICOLI DEL 13/4/2010
Sicurezza sotto accusa, niente elettronica né airbag (Il Messaggero, 13/4/2010)
Due morti in due giorni, minicar sotto accusa. Le vite spezzate, purtroppo, sono giovanissime: sia il ragazzo che la ragazza deceduti erano minorenni. Nonostante gli incidenti più drammatici coinvolgano quasi sempre gli adolescenti, dai dati emerge che a guidare le ”vetturette” sono anche gli adulti, con una percentuale non trascurabile di anziani che così evitano il problema di dover rinnovare la patente. Il 54% degli utilizzatori ha oltre 45 anni, il 24% sono pensionati, solo il 19% sono studenti, il 15% dei quali non ha ancora festeggiato il 17° compleanno. Le minicar sono dei quadricicli omologati secondo le norme europee e quindi anche l’età per guidarli è indicata dalle direttive comunitarie.
Attualmente il settore è diviso in due categorie, ”quadricicli leggeri” e quadricicli pesanti. I primi devono avere una potenza inferiore ai 4kW per i motori diesel o elettrici, o una cilindrata inferiore ai 50 cc per i propulsori ad ”accensione comandata” (benzina o miscela). La velocità non può superare i 45 km/h, la massa a vuoto deve essere inferiore a 350 kg. Per guidarli basta aver compiuto 14 anni, avere il ”certificato di idoneità alla guida” (patentino) e il certificato medico. I pesanti, invece, possono avere una potenza fino a 15 kW e un peso fino a 400 kg che sale a 550 per i veicoli destinati al trasporto merci. Per mettersi al volante di questi ultimi serve, oltre al certificato medico, la patente A1. Le cose potrebbero cambiare con il nuovo codice della strada più volte annunciato, ma non ancora approvato.
Il senatore del Pd Raffaele Ranucci è il primo firmatario di due emendamenti che chiedono misure più restrittive per i giovanissimi al volante: «La prima proposta dispone l’innalzamento dell’età’ in cui è possibile mettersi al volante: dai 14 ai 16 anni e prevede anche un patentino ad hoc distinto da quello previsto attualmente per gli scooter. Il secondo emendamento prevede poi multe più salate per chi ”trucca” le minicar per renderle più’ veloci, passando dai 40-50 chilometri orari per cui sono state progettate agli 80-100 chilometri all’ora. Cinquemila euro di multa per chi le modifica oltre al sequestro immediato del mezzo e sospensione del patentino per chi guida le vetture modificate».
Sull’età bisognerà fare i conti con le norme Ue, ma gli altri cambiamenti potrebbero essere introdotti con facilità poiché anche i costruttori, raggruppati in Confindustria Ancma, chiedono che la prova pratica di guida del quadriciclo diventi parte integrate dell’esame. In ogni caso, le minicar restano qualcosa di profondamente diverso dalle autovetture e anche dal punto di vista della sicurezza non sono paragonabili. Per questo motivo il legislatore le ha equiparate ai ciclomotori.
Per essere omologate le minicar devono rispettare le normative sui pneumatici, sulle cinture di sicurezza, sui dispositivi di illuminazione e sui vetri. Devono rispettare i limiti di emissioni inquinanti e di quelle sonore. Non è invece obbligatorio il crash test. Dal punto di vista della protezione dei passeggeri, quindi, i quadricicli possono affrontare la sfida solo con le due ruote. Proteggono bene dalle intemperie e affrontano con meno rischi le buche delle città. Soprattutto evitano il pericolo caduta e i leggeri contatti con gli altri veicoli si traducono in un pit stop dal carrozziere senza il passaggio spesso drammatico al pronto soccorso.
Nonostante l’impegno dei costruttori, invece, le carenze restano numerose rispetto alle vetture, sia dal punto di vista della sicurezza attiva che passiva. I principali costruttori europei di minicar sono sette e generano ogni anno un fatturato che sfiora i 300 milioni di euro con vendite che si aggirano in circa 30 mila unità. Per progettare una vettura completamente nuova un grande costruttore può spendere anche due miliardi di euro per poi vederne su quella piattaforma due milioni di unità l’anno. I quadricicli hanno le cinture di sicurezza, i freni a disco ed iniziano ad adottare parti della carrozzeria a deformabilità programmata per assorbire l’energia di eventuali impatti.
Non dispongono, però, dei sofisticati sistemi elettronici che gestiscono la dinamica di marcia, della cellula dell’abitacolo indeformabile e, soprattutto, degli airbag. Il paese dove circolano più minicar è la Francia, seguita dall’Italia e dalla Spagna (in Germania e in Inghilterra sono quasi sconosciute). Secondo studi effettuati proprio in Francia, la percentuale di vittime causate dai quadricicli rispetto al parco circolante è circa la metà di quella delle autovetture e appena un sesto di quella dei ciclomotori.
Giorgio Ursicino
IL TEMPO - «Le norme più severe bloccate in Parlamento»
Intervista al presidente della Commissione trasporti della Camera, Mario Valducci
Le sanzioni e le misure per arginare l’utilizzo scorretto delle minicar, con i motori «taroccati» e lanciate a alta velocità, ci sono. Peccato che non possono essere applicate perchè giacciono in Senato in attesa di avere il via libera. Sono circa nove mesi che la proposta di legge 1720, approvata all’unanimità a luglio scorso alla Camera, è rimasta incagliata nella Commissione Trasporti di Palazzo Madama. Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera, è uno dei maggiori sostenitori del provvedimento.
Cosa prevede la proposta di legge per le minicar?
«Due sono le novità: viene introdotta l’attività di formazione con una prova pratica che ora non è prevista e sono state aumentate le sanzioni. Va detto però che una normativa contro chi supera i limiti di velocità già c’è».
Come spiega la diffusione di queste macchinette anche se è facile manometterle al punto da trasformarle in veicoli pericolosi?
«Quello delle minicar è un gran business. Molti genitori considerano più sicure le macchinette dei ciclomotori perchè hanno una velocità ridotta e i giovani sono in un abitacolo. Il problema è sempre quello dei controlli. Sono scatolette e anche se vanno a 40 all’ora ma vengono colpite in pieno da un auto, sono fragili. Quindi si richiede una guida attenta e prudente. Di qui l’utilità di un corso di pratica ai giovani prima di consentire la guida».
La proposta di legge contiene un aumento delle sanzioni?
«Sono previsti una serie di casi nei quali si applicano sanzioni maggiorate».
C’è un sanzione specifica in caso manomissione del motore per aumentare la velocità del veicolo?
«Sì, la sanzione amministrativa passa da 78 euro a mille e per il livello maggiore da 311 a 4.000 euro. Sanzioni più pesanti per le infrazioni dei limiti di velocità. Per chi supera di oltre 10 chilometri all’ora e non oltre i 40 chilometri si passa da una sanzione di 155 euro a 624 euro. Chi supera da 40 chilometri all’ora fino a 60 chilometri/ora la sanzione passa da un minimo di 370 euro a 500 euro e il massimo sale da 1458 euro a 2.000 euro. L’applicazione della sanzione dipende da come vengono riscontrati gli aumenti di velocità, è un arbitrio di chi applica la sanzione. Oltre i 60 chilometri all’ora si passa da un minimo di 500 euro a 779 euro e da 2.000 euro a 3.119 euro. Nella fascia da 40 a 60 chilometri/ora è previsto anche il ritiro della patente da uno a sei mesi. Sopo i 60 chilometri/ora il blocco della patente sale da 6 a 12 mesi».
Laura Della Pasqua
IL TEMPO - Zanardi: serve maggiore educazione
La morte non può essere una distrazione, parola di Alex Zanardi. Sulla questione minicar e sicurezza il pilota bolognese è estremamente chiaro: «Il problema sta nel conducente e nell’uso che si fa di un mezzo».
Nessuna crociata contro le «macchinette» messe in mano a quindicenni come fossero semplici scooter quindi?
«No, nessuna guerra alle minicar che assomiglierebbe tra l’altro a quella fatta tempo fa contro i Suv. Credo che il problema sia il conducente, non il mezzo in sé».
Eppure a Roma in due giorni sono morti due minorenni, allora il problema qual è?
«Il problema è che la gente, adulta o meno, è troppo distratta. Truccare un’automobile o contravvenire ai limiti di velocità sono soltanto delle aggravanti a un problema di fondo ben diverso che ha a che vedere con l’uso scorretto di un mezzo. Se a questo, poi, aggiungiamo la debolezza strutturale di una minicar, il discorso diventa ancora più grave. Io sono indignato. Siamo in un Paese in cui si urla per slogan contro la velocità, contro l’alcol, contro le stragi del sabato sera che in realtà avvengono tutti i giorni, anche se in maniera minore. Intendiamoci, sono tutte battaglie sacrosante, ma si deve fare di più soprattutto per i giovanissimi, che magari si mettono alla guida di una di queste minicar mentre mandano messaggini col cellulare. E la colpa è anche nostra che come adulti diamo un pessimo esempio. Vedere persone che guidano mentre fumano o parlano al telefonino senza auricolare è tutt’altro che sporadico. un malcostume vergognoso tipico del nostro Paese».
Ora si torna a parlare della necessità di prove pratiche per la guida delle minicar o comunque di corsi di sicurezza stradale, lei che ne pensa?
«Penso che dobbiamo dare la possibilità ai nostri ragazzi di ricevere un’educazione corretta sulla sicurezza stradale. In ognuno di questi incidenti, purtroppo, si tratta di un errore di guida o di un atteggiamento scorretto o, molto più spesso, di un momento di disattenzione. Essere preparati a delle situazioni improvvise e sapere cosa fare è fondamentale. La consapevolezza insegna soprattutto a tenersi un margine maggiore perché si sa ciò che può accadere in qualsiasi momento».
Questo risolverebbe il problema?
«Più che altro sarebbe il modo, non dico di debellare, ma almeno di ridurre il fenomeno. Vivere comporta dei rischi, ma, voglio azzardare, secondo me un’educazione alla guida potrebbe addirittura far dimezzare questo tipo di incidenti in una maniera, in fondo, piuttosto semplice».
Fabiana Pellegrino