Federico Fubini, Corriere della Sera 13/04/2010, 13 aprile 2010
AI GRECI UN AIUTO A CARO PREZZO COS LA UE RISCHIA DI FARSI ODIARE
Bisognerebbe andare su un’isoletta greca quest’estate, per capire. Una di quelle frequentate da tranquille famigliole bavaresi o travolte da studenti di Milano, Parigi o Madrid che fanno le tre tutte le notti, ma abitate dai pescatori che per qualche euro portano in giro i turisti sulle loro banche.
Proviamo a immaginare i retropensieri di questa varia umanità, tra vento, scogli e rovine dei templi. I rispettabili signori bavaresi, ma anche i ragazzi al bar, sotto sotto penseranno che se lo meritano. Si meritano proprio una bella vacanza. In fondo sono loro che stanno pagando: se la Grecia non sarà stata travolta dalla speculazione è solo perché loro, i contribuenti del resto d’Europa, mettono mano al portafoglio. Più di otto miliardi la Germania, più di cinque l’Italia, più di tre la Spagna. Cosa c’è di male se ora questi turisti si sentono anche un po’ i padroni dell’isola?
Già, ma i pescatori allora? I loro figli non potranno andare all’università perché la retta ora è più alta, le analisi ospedaliere non sono più gratis, le tasse sono salite. Non si arriva più a fine mese – penseranno – perché l’Europa costringe la loro patria a un trattamento spietato. Uno di quelli che cambiano la psiche di una generazione: i greci rischiano di detestare l’Europa per anni, così come argentini, thailandesi o coreani considerano il Fondo monetario un’istituzione diabolica dopo i suoi interventi dell’ultimo quindicennio.
Il problema è che hanno ragione tutti, turisti e isolani. Senza un aiuto europeo, la Grecia di oggi non può farcela emetterebbe l’intera area-euro in pericolo. Ma il vero trasferimento non è dalle tasche degli italiani (o dei bavaresi) a quelle dei pescatori greci, bensì viceversa. L’Italia si finanzia al 2,7% e presta a Atene al 5%: guadagnerà il 2,3% per ognuno dei cinque e passa miliardi che offrirà in «aiuto». In tutto i contribuenti, da Palermo a Trieste, guadagneranno 124 milioni, pagati dai sacrifici dei loro omologhi di Corfù o Salonicco. I tedeschi guadagneranno anche di più. L’Europa oggi è (anche) questo. Fra scogli, vento e rovine, quest’estate non dimentichiamocelo.
Federico Fubini