Varie, 12 aprile 2010
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GARATTI Marco
• Brescia 16 aprile 1961. Chirurgo. Il 10 aprile 2010 fu arrestato in Afghanistan insieme a Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani e a sei dipendenti locali dell’ospedale di Lashkar Gah con l’accusa di avere complottato per assassinare il governatore di Helmand. Discolpati da ogni accusa, i tre italiani furono liberati il 18 aprile • «[...] A Brescia, dove è nato e dove ha lavorato per qualche tempo all’ospedale Sant’Orsola [...] lo vedono di rado. Da [...] anni infatti ha scelto di vivere con la valigia in mano: Eritrea, Sierra Leone, Sudan, Ramallah, Iraq. ” un chirurgo di guerra, un veterano, il braccio destro di Gino Strada in Afghanistan - raccontano i responsabili della sezione locale di Emergency ”. Torna solo un paio di volte all’anno per salutare i genitori e la famiglia di Franco, suo fratello maggiore”. iniziato tutto nel 1998, dopo quattro anni di studio e specializzazione in chirurgia epatica e trapianti di fegato negli Stati Uniti. ”Mi ricordo ancora di Komar, uno dei primi bambini che ho visitato in Cambogia – ha confidato [...] in un’intervista al Giornale di Brescia ”. Mi chiamava ”Matto’ anziché Marco, perché non riusciva a pronunciare la erre”. A Kabul il chirurgo bresciano è atterrato per la prima volta nel marzo 2001, quando al potere c’erano ancora i talebani. Emergency stava allestendo il suo primo ospedale, ma dopo appena due mesi gli ”studenti coranici” costrinsero il personale internazionale ad abbandonare il Paese. A novembre Marco era di nuovo in Afghanistan. ”Perché sono tornato? Per fare l’unica cosa che so fare nella vita: aggiustare pezzi di uomini”» (Francesco Moscatelli, ”La Stampa” 12/4/2010) • «[...] pare inverosimile che il medico, l’infermiere e il logista di un ospedale dove in 5 anni sono state curate oltre 66mila persone possano complottare contro la vita del governatore di Helmand. Quanto al rinvenimento degli esplosivi, non è da escludere che uno dei 40 dipendenti locali dell’ospedale - a fronte di 9 italiani che vi lavorano a rotazione - sia stato costretto con la forza o col ricatto a introdurre materiale compromettente. Secondo i servizi italiani, in conclusione, Emergency potrebbe essere caduta in una trappola il cui scopo è spingerla a lasciare il Paese. Del resto non è un mistero che l’ong sia sgradita alle forze afgane e alleate. Alle prime non piace che i medici dell’ong curino tutti i feriti e le forze internazionali di certo non hanno apprezzato che Gino Strada [...] durante l’operazione militare Moshtarak, le abbia accusate d’impedire l’apertura di un corridoio umanitario. [...]» (Rosalba Castelletti, ”la Repubblica” 12/4/2010).