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 2010  aprile 12 Lunedì calendario

IL WEB RILANCIA L’INFORMAZIONE LOCALE, PER VOCE ARANCIO


«Il web è l’accumularsi dei frammenti in un continuum temporale. La sua gerarchizzazione delle notizie è per definizione mutevole. Fotografa istanti, non un periodo di tempo, come invece fa il quotidiano cartaceo». (Marco Pratellesi, New Journalism. Teorie e tecniche del giornalismo multimediale, Bruno Mondadori, 2004).

Varesenews.it, Gomarche.it, Positanonews.it ecc.: giornali locali online nati e cresciuti sul web. Aprire un giornale online è semplice e poco costoso, più difficile è mantenerlo.
Principali temi dei giornali locali online: cronaca (soprattutto nera), politica, sport, appuntamenti culturali e di spettacolo. Tutto, o quasi, legato alla città o al territorio di riferimento.
Varesenews.it, fondato nel 1997 da tre ragazzi, solo uno già giornalista. Diretto oggi da Marco Giovannelli, con una redazione composta da dieci giornalisti professionisti e altrettanti collaboratori. Sessantamila visite al giorno, trecentomila pagine viste, 45mila visitatori unici. Oltre a informazioni in tempo reale fornisce i notiziari di radio NumberOne e produce una web tv. Varenews è capofila di Lombardianews, progetto in fase di lancio che aggregherà i giornali on line dei territori lombardi, come Bergamonews, Vaol (Valtellina on line), CiaoComo.

Carlo Galeotti di Viterbo, uno dei fondatori di Varesenews. Tornato nella sua città d’origine ha fondato Tusciaweb, che si occupa soprattutto di cronaca nera e politica. Il sito ha raggiunto 25mila visitatori unici al giorno, è al terzo posto tra i siti di informazione nel Lazio. Gli introiti arrivano dalla pubblicità, in redazione lavorano sei persone.

«Siamo partiti bene con l’indicizzazione sui motori di ricerca, che è fondamentale: è un po’ come partire con una Lamborghini invece di usare una Fiat» (Stefano Giuntini, direttore responsabile di loschermo.it).
Loschermo.it di Lucca: cooperativa giornalistica, 25 persone tra collaboratori, video operatori, fotografi, vignettisti, quasi tutti volontari, in gran parte giovani. La redazione è passata da totalmente virtuale (organizzazione attraverso un forum) agli uffici nel centro storico della città. Vive grazia alla pubblicità online, lancerà a breve una free press distribuita sul territorio locale per raccogliere ulteriore pubblicità. Ha ricevuto visite da 159 paesi del mondo. In Italia è il primo quotidiano registrato che usa in redazione solo Linux.
Vantaggi dei giornali online rispetto alla carta stampata: costi bassi, maggiore interattività (attraverso commenti, mail, interventi sui social network), rapidità di pubblicazione, possibilità di emendare le notizie una volta pubblicate, facoltà di pubblicare video, assenza di limiti di spazio.
Problemi: «Il modello solo online non è economicamente sostenibile, se non in circostanze eccezionali, e ci vorranno tra i 5 e gli 8 anni, secondo una valutazione ottimistica, prima che lo diventi. Un periodo di tempo in cui molte testate saranno costrette a chiudere o a ridimensionarsi fortemente» (ricerca di Piero Macrì con la supervisione di Marcello Foa per l’Osservatorio europeo di giornalismo, maggio 2009).
L’Unione Sarda, primo quotidiano europeo a dotarsi, nel 1994, di un’edizione online. «Il nostro è forse il primo giornale ipermediale del mondo, certamente il primo in Europa. Che non vuol dire semplicemente giornale informatico. Questo lo fanno già il New York Times negli Stati Uniti ed Epoca in Italia. L’ipermedialità è ben di più, è un sistema per navigare all’interno delle decine di migliaia di informazioni che compaiono sul nostro e vostro giornale mettendole in collegamento fra loro» (Antonangelo Liori, editoriale del 31 luglio 1994).

La maggior parte dei quotidiani locali disponibili solo online nacque quando scoppiò la bolla della new economy, nel 2000/2001. «Tuttavia, il problema di queste realtà è la sopravvivenza. In quegli anni c’è stato un boom di nascita di testate telematiche, locali o settoriali, ma a distanza di pochi anni (si parla di una media di due anni) molte di loro hanno chiuso i battenti» (Giulia Dezi, tesi di laurea Giornalismo online e giornalismo di carta: opportunità, conflitti e tentativi di integrazioni).

Altri quotidiani locali online: ionionotizie.it, rietinvetrina.it, oknovara.it, vrsicilia.it, giornaledicalabria.net, cremona24ore.it, 90011.it (Bagheria), paconline.it (Lazio), nove.firenze.it, casertanews.it, intrentino.to, catanzaroinforma.it, napoli.com, sciclinews.com (Ragusa), torresette.it (Torre Annunziata), ildito.it (Catania) ecc.
Quotidiani online di quartiere: pontediferro.org, ”Voci dal quartiere Marconi di Roma”, portoantico.genova.it nel capoluogo ligure.
Positanonews, diretta da Michele Cinque è la prima testata giornalistica quotidiana online di costiera amalfitana e penisola sorrentina. Molto seguita anche all’estero, dato che tratta di località a vocazione turistica, ha contatti da più di 90 paesi in tutto il mondo. Dopo l’esperienza positiva su internet produce dal 2006 anche un periodico trimestrale free press, in estate bilingue (italiano/inglese). Anche il giornale web Parmaoggi.it ha lanciato un settimanale di approfondimento su carta.

Xcittà, network online di informazione locale attivo a Torino, Milano, Treviso, Bologna, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo. Vincent Turco, editore di Xcittà: «Il nostro è un modello ibrido tra news, community dei blog e social network come Facebook». Turco ha investito 200mila euro per lo startup in dieci città. Nei prossimi 6-12 mesi punta ad attirare altri investitori. «Tra un anno vorrei aggiungere altre 10 città italiane e poi puntiamo ad espanderci in Europa».
02blog e 06blog forniscono news su Milano (02) e Roma (06) e segnalano i principali appuntamenti in città. Sono supplementi della testata online blogo.it, il primo blog network italiano che raccoglie 250 blogger e 45 titoli di informazione a tema.
Costi di una struttura editoriale di tipo tradizionale: 25%-35% carta e stampa, 30%-40% distribuzione e 15%-25% personale di redazione. Il 60% circa corrisponde quindi a costi industriali che si riducono con l’online: il valore della spesa di infrastruttura tecnologica per un’attività esclusivamente su web è infatti sei volte inferiore a quello della carta.
Strumenti per la pubblicità online: banner, sponsorizzazioni dirette, e-mail, link sponsorizzati, pop up, keyword advertising. Il tempo di permanenza medio su una pagina web è solitamente di pochi minuti, rispetto ai circa 25 della carta stampata: ancora troppo poco per soddisfare esigenze pubblicitarie. Oltre a modelli multi reddito, per il futuro i giornali locali online potrebbero puntare sulle inserzioni commerciali locali, che sulla carta stampata ammontano a 440 milioni di euro. Molti giornali online vivono comunque grazie al volontariato di chi vi scrive o grazie a contratti part time.

Secondo Nielsen nel 2009 internet ha raccolto 585 milioni di euro di pubblicità, in maggioranza da annunci display (233 milioni). La crescità rispetto al 2008 è del 5%.

Anso (Associazione nazionale della stampa online): primo ente italiano nato per rappresentare e tutelare gli interessi degli editori di testate giornalistiche online a carattere locale. Sono 50 le testate locali attive sul territorio nazionale che fanno parte dell’associazione. La quota d’iscrizione è di 250 euro. Nel 2007 le testate dell’Anso registravano circa 1.500.000 contatti unici mensili con oltre 6 milioni di pagine viste.

Nel 2003 venivano censite circa 60 testate locali on line, con una produzione dalle sei alle dieci notizie al giorno. Il 29% dichiarava che i propri profitti erano basati esclusivamente sulla pubblicità, il 27% combina insieme pubblicità e autofinanziamento, mentre il 17% vive solo di autofinanziamento.

Gli italiani all’estero sono tra i lettori dei quotidiani locali on line: è un modo per rimanere in contatto con la propria terra. «Quando la distanza è grande come la nostalgia l’informazione internet può aiutare a sentirsi più vicini a casa» (lettera a loschermo.it di Grazia Guidi, segretaria per le pubbliche relazioni del Circolo ricreativo toscano di Toronto).

Identikit del giornalista online: età media 37 anni, da oltre sei lavora per testate digitali, prevalentemente in redazione, secondo modalità di lavoro tradizionali (56,7%) o telelavoro (40,5%). Prevale largamente il lavoro in redazione (78,3%), mentre solo il 16,2% lavora in esterno. Nei siti online nazionali o diretta emanazione di testate tradizionali prevalgono i giornalisti professionisti (57,1%), mentre nelle testate nate direttamente per il web dominano i giornalisti pubblicisti e le figure non iscritte all’Ordine (assieme toccano quota 85,7%). Per quanto riguarda la produzione di notizie, al top della classifica troviamo la cronaca locale (14,9%) e la cultura (12,6%), seguite da politica (10,4%) ed economia (10,1%). Quasi due terzi dei giornalisi non è in possesso di un blog personale e/o tematico. (Prima fase della ricerca «Giornalismo online, questo sconosciuto», curata dal gruppo di lavoro Lsdi - Libertà di stampa, diritto all’informazione, presentata a ottobre 2008).
Da giugno 2010 l’accesso al sito del quotidiano inglese The Times, di cui è proprietario Rupert Murdoch, costerà una sterlina al giorno o due sterline a settimana. In Gran Bretagna ci sono due siti di news molto forti, Bbc e Guardian: entrambi hanno più volte ribadito di non voler far pagare i propri lettori. Jeff Jarvis, columnist del Guardian: «Murdoch si è arreso, il futuro lo ha sconfitto. Con questa decisione ammette di non avere idee su come attirare pubblicità, su come costruire più profonde e più valevoli relazioni con i lettori e li caccia se non pagano». Anche i contenuti del Wall Street Journal, di proprietà della News Corporation di Murdoch, sono a pagamento.

Un modello ibrido: politico.com, giornale online di politica americana che segue i lavori del Congresso, con 6,7 milioni di visitatori unici al mese, e Politico, una free press locale distribuita a Capitol Hill e altri quartieri di Washington. Dalla pubblicità della free press arriva la maggior parte del budget (circa 15 milioni di dollari), che finanzia anche le attività sul sito.

Negli Usa nel 2011 la spesa per la pubblicità online supererà quella per i giornali (ricerca della società finanziaria Usa Veronis Suhler Stevenson).